La storia non smette mai di stupirci e di accompagnarci per mano dove lei stessa vuole. Ecco cosa è stato riportato alla luce qualche giorno fa.
A San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, in un sito archeologico aperto tre anni fa, continuano a riemergere reperti importantissimi.
L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, è una statua di marmo del Dio Apollo. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Scavi archeologici: scoperte sensazionali
Ancora reperti che riemergono dagli scavi di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. L’ultimo ritrovamento, all’interno del sito archeologico che è stato aperto (proprio per gli scavi e per gli studi, tre anni fa) è stato quello di una statua di marmo, quasi completamente ricomponibile, di Apollo con una lucertola.
Ma non solo: insieme alla statua del dio greco, sono rinvenuti alla luce anche un altare in travertino con iscrizione bilingue etrusco-latino, e una struttura di età etrusca sotto la grande vasca, riconducibile anch’essa all’epoca romana. Ognuno di questi ritrovamenti ha un valore storico inestimabile e unico nel suo genere, come ad esempio l’altare con l’iscrizione.
Avere un’iscrizione bilingue è un evento eccezionale. Nell’intero territorio dell’Etruria, sono soltanto 30 i reperti di questo genere, “per la gran parte si tratta di iscrizioni funerarie mentre, in questo caso, il donario monumentale ha un carattere pubblico e cita la fonte sacra e calda, in etrusco e in latino” – hanno spiegato gli esperti – “Una testimonianza straordinaria che confermerebbe la convivenza di genti diverse nei pressi del santuario ancora agli inizi del I secolo d.C. e con l’esigenza che la divinità fosse da tutti compresa”.
Un altare bilingue ed una statua di Apollo arrivano da San Casciano
Un altro reperto, venuto fuori dal fango e dall’acqua calda, è stata proprio la statua di Apollo mentre è intento a cacciare una lucertola. Una statua completamente in marmo della quale sono stati trovati tutti i pezzi. “Era stata spezzata al momento della chiusura del santuario, agli inizi del V secolo d.C. cioè quando tutto il luogo di culto fu chiuso ritualmente, probabilmente per effetto della cristianizzazione diffusa del territorio” – hanno precisato gli archeologi.
Gli scavi di San Casciano non smettono di stupire e di rivelare i loro incredibili pezzi di storia che ci accompagnano indietro nel tempo ogni qualvolta li si osserva. Al momento, si estendono su di una superficie di circa 400 metri, con profondità, in alcuni casi, anche di 4 metri.