Il giudice Peter Jackson ha stabilito che Indi vada estubata. Non pertinenti le richieste avanzate dall’Italia.
Entro lunedì Indi dovrà essere staccata dai macchinari che la tengono in vita. I genitori preparano l’ennesimo ricorso. Intanto viene fuori un precedente singolare del giudice che ha autorizzato l’estubazione.
Ricorso respinto
La battaglia giudiziaria che si sta consumando in queste ore tra la famiglia Gregory e la giustizia britannica si arricchisce di un nuovo elemento: il ricorso presentato da Dean e Claire, genitori di Indi è stato rigettato. I genitori si opponevano non solo al distacco dalle macchine ma anche al rifiuto da parte dell’Alta Corte inglese di far morire la neonata a casa. Entro lunedì prossimo la neonata dovrà essere estubata. Ovviamente la famiglia ha già annunciato l’ennesimo ricorso.
A prendere la decisione il giudice Peter Jackson il quale ha anche giudicato non accoglibili le obiezioni dei legali italiani (Simone Pillon in testa) e del governo italiano stesso che si appellavano alla Convenzione dell’Aia per la protezione dei minori. Ci si riferisce in particolare all’articolo 32 paragrafo 1 lettera b che stabilisce che:
“su richiesta motivata dell’Autorità centrale o di un’altra autorità competente di uno Stato contraente con il quale il minore abbia uno stretto legame, l’Autorità centrale dello Stato contraente in cui il minore ha la sua residenza abituale e in cui si trova” potrà “chiedere all’autorità competente del suo Stato di esaminare l’opportunità di adottare misure volte alla protezione della persona o dei beni del minore”.
Lo strano precedente del giudice Jackson
Lungi da noi mettere a paragone due situazioni totalmente diverse ma ci ha fatto molto riflettere il fatto che il giudice che ha stabilito che Indi vada estubata sia lo stesso che nel 2016 autorizzò l’ibernazione di una ragazzina malata terminale di tumore. Tra l’altro il cadavere della ragazza fu trasportato dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti e la criogenizzazione è costata alla famiglia la bellezza di 37 mila sterline.
Ma andiamo con ordine. Il giudice in questa circostanza era stato chiamato a deliberare su una situazione alquanto spinosa: due ex coniugi si trovavano in disaccordo su una questione delicatissima. La loro figlia adolescente, malata terminale di tumore, era intenzionata a farsi criogenizzare (dunque farsi ibernare in attesa di una cura per il suo male). La madre voleva assecondare questa volontà, il padre si opponeva fermamente. In tale circostanza il giudice Jackson diede ragione alla madre ed autorizzò il trasporto del cadavere della ragazza (che, poco prima di morire, informata della decisione del giudice, ha definito lo stesso “un eroe“) negli Stati Uniti.
Ribadiamo: non vogliamo creare paragoni impropri e siamo certi che il giudice si sia mosso entro i termini di legge. Ci ha solo creato un po’ di sgomento il contrasto tra queste due situazioni: sette anni fa il trasporto intercontinentale di una salma fu autorizzato e giudicato lecito, oggi pomeriggio il trasporto da Manchester a Roma in tutta sicurezza di una bambina ancora viva no.