Pensioni più ricche dal primo dicembre. In arrivo, infatti, delle novità per tutti i pensionati italiani già nell’ultimo mese di questo 2023.
Si tratta di un ritocco delle pensioni previsto proprio prima della fine dell’anno. La data del primo dicembre, infatti, è indicata nel decreto legge che accompagna la finanziaria.
L’assegno sarà più ricco per tutte le pensioni dirette e di reversibilità, per gli assegni di invalidità civile e per le pensioni sociali. Gli aumenti sono calcolati in misura al reddito.
Pensioni più ricche per tutti: cosa accade dal 1° dicembre 2023
Un fine anno 2023 più ricco per i pensionati. Le novità, previste nel decreto legge collegato alla manovra finanziaria varata dal Governo, approvata a metà ottobre, saranno in vigore dal mese di dicembre. Questo per consentire all’Inps di ricalcolare gli assegni in base alla perequazione.
Rispetto al passato, dove gli aumenti venivano calcolati sul montante pensionistico, questa volta il calcolo dell’aumento avverrà sul calcolo totale degli assegni mensili. Ad essere interessate del ricalcolo tutte le pensioni. Gli aumenti, quindi, riguarderanno sia le pensioni dirette che quelle di reversibilità, sia gli assegni sociali chele pensioni di invalidità civile.
L’aumento, come sottolineato del decreto legge che accompagna la manovra di bilancio per il 2024, è il ricalcolo, la perequazione necessaria ad adeguare e recuperare l’inflazione effettiva del 2022. Al ricalcolo della pensione, però, verrà applicato anche il conguaglio. Con effetto retroattivo necessario a recuperare gli arretrati da gennaio a novembre 2023. Questo, naturalmente, sarà liquidato in unica soluzione sulle pensioni di dicembre.
L’inflazione effettiva, nell’anno 2022, è stata del 8,1% da qui si è reso necessario un ricalcolo che adegui le pensioni rispetto a quello che è stato la realtà. Si tratta di un aumento dello 0,8%. Dal 2022 ad oggi, infatti, l’inflazione era stimata intorno al 7,3% e su questo dato si è provveduto ad adeguare le pensioni. La stima, però, dell’inflazione effettiva, gravata nelle tasche degli italiani, ha reso necessario un ulteriore adeguamento delle pensioni.
Non solo la rivalutazione ma anche il conguaglio degli arretrati
La rivalutazione, però, così come avviene dal 2022 ad oggi, avviene in base a fasce di reddito. La rivalutazione piena, ossia quella che integra il 100% del dovuto, si applica alle pensioni fino a quattro volte l’assegno sociale. Per pensioni fino a 2,101,52 euro lordi mensili, quindi, la rivalutazione sarà del 100%. Questi pensionati, dal mese di dicembre, vedranno pensioni più ricche con la perequazione dello 0,8% e con il conguaglio dei mesi passati.
Del 85%, invece, la rivalutazione per i trattamenti tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2.626,90 euro), al 53% tra 5 e 6 volte il minimo (fino a 3.152,28 euro), al 47% tra 6 e 8 volte il minimo (fino a 4203.04 euro), al 37% tra 8 e 10 volte il minimo (fino a 5.253,80 euro) e al 32% oltre 10 volte il minimo Inps (quindi, di fatto, da 5.254 euro lordi in su).
Pensioni più ricche, dunque, per i redditi più bassi. Per un assegno Inps di 1.000 euro ad inizio 2023 è stato applicato un aumento mensile di 73 euro, con la rivalutazione attuale a questi saranno aggiunti altri 8 euro. Per chi nel 2022, insomma, riceveva dall’Inps un assegno di 1.000 euro (portato nel 2023 a 1073 euro) da dicembre riceverà 1.081 euro. In arrivo, come detto in precedenza, anche il conguaglio degli arretrati, per cui ci si dovrebbe trovare pensioni più ricche anche degli 80 euro utili a colmare il 2023.