Il bilancio definitivo è di 21 morti, tra i quali un neonato e due minorenni, e 15 feriti. Aperta un’inchiesta. Cordoglio da tutto il mondo.
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Gesti di eroismo, scene apocalittiche e molti dubbi. Quello del bus è un incidente che difficilmente si dimenticherà.
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E’ dunque di 21 morti e 15 feriti il bilancio definitivo del gravissimo incidente che ieri, poco prima delle 20.00, ha sconvolto il Veneto e l’Italia intera. Alle 19.50 un bus a noleggio totalmente elettrico è precipitato da un cavalcavia impattando violentemente sull’asfalto. A perdere la vita 20 turisti stranieri e l’autista italiano quarantenne Alberto Rizzotto. Tra le vittime un neonato di pochi mesi, un dodicenne ed una minorenne.
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Dubbi sulla dinamica
Ancora poco chiara la dinamica dell’incidente. Chi era sul posto afferma che sull’asfalto non ci siano segni di frenata e quindi l’ipotesi è che l’autista abbia avuto un malore. Ma, intervistato da LaPresse, Massimo Fiorino che è amministratore di La Linea Spa, la società che ha messo a disposizione il bus ha dichiarato
“Nessuno sa ancora esattamente cosa sia successo, quello che sappiamo è che c’era una telecamera fissa sul cavalcavia. Da quel che ho visto delle immagini, per quel poco che si può vedere, si vede il bus arrivare a meno di 50 km/h, si vedono gli stop che si accendono, quindi avrebbe frenato. Poi si vede che il mezzo si ‘appoggia’ al guardrail, si ribalta e cade giù”.
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Fiorino inoltre precisa che il bus non ha preso fuoco ma che da esso si è sprigionata solo qualche scintilla. Del resto visto che il veicolo è completamente elettrico se avesse preso fuoco le proporzioni dell’incidente sarebbero state ancora più enormi.
Colleghi dell’autista sotto choc
Totalmente sconvolti i colleghi di Alberto Rizzotto i quali affermano che egli fosse un autista esperto in quanto a lavoro alla guida di bus da più di 7 anni. Tra l’altro un’ora e mezza prima di morire aveva scritto un post sui social “Shuttle to Venice” e cioè “Navetta in direzione Venezia”. Un post semplice, la voglia comune di condividere coi propri amici virtuali le proprie attività quotidiane che però è diventato l’ultimo post, una sorta di lapide virtuale sulla quale amici e familiari stanno piangendo da ieri sera.
Le vittime
Oltre l’autista italiano tutte le altre vittime sono straniere. Kiev ha da poco confermato che cinque dei venti morti e tre dei quindici feriti sono di nazionalità ucraina. Sicuramente poi tra i deceduti c’è anche un cittadino tedesco. Al momento non si conoscono le nazionalità degli altri coinvolti nell’incidente. Di sicuro a detta dei soccorritori è stato molto difficile estrarre morti e feriti dal bus poiché a prendere fuoco sono state le batterie che permettono al bus di muoversi. E le batterie bollenti hanno causato difficoltà incredibili ai soccorritori.
Gesti di eroismo
Tra i primi ad accorrere sul luogo del disastro un gruppo di operai. Tra di essi Boubacar T, immigrato dal Gambia, che è riuscito a trarre in salvo ben quattro persone ed un cane. Boubacar, 27 anni, è un operaio Fincantieri ed è stato tra i primi a mettere a repentaglio la vita per poter dare una mano. Pare che un soccorritore gli abbia detto “Lascia stare l’autista. Ormai è morto. Occupiamoci dei vivi“.