Privacy, educazione e messaggi vocali | Attenzione a quello che fai con Whatsapp

A chi non è mai capitato di inviare o ricevere un messaggio vocale su Whatsapp. Ma sapevate che può creare dei problemi?

Stando a quanto descritto dal galateo, mandare messaggi vocali non sarebbe “qualcosa di educato”. Cerchiamo di scoprire insieme il perché.

Privacy, educazione e messaggi vocali | Come è bene regolarsi con Whatsapp
photo: corriere.it

Mettono ansia, creano disagio e non solo. Ma perché tutto questo?

Whatsapp e messaggi vocali

Rappresentano la praticità alla scrittura, ma non a tutti piacciono. Stiamo parlando dei messaggi vocali che inviamo, quotidianamente su Whatsapp. Chi di noi non ne ha mai mandato almeno uno nella vita…eppure non dovremmo farlo.

Sapete perché? Stando a quanto dice il galateo, non rappresenterebbero un “modo di educazione” adeguato e consono ad una civile conversazione. Gli esperti affermano che si tratta del “modo peggiore per comunicare”. Sarà pure così, ma nel mondo, ne vengono mandati ben 200 milioni ogni giorno.

Siamo un popolo di scostumati? A quanto pare sì. Ma cerchiamo di capire meglio il perché. Dovremmo chiamarlo “galateo al tempo dei messaggi vocali di Whatsapp”: un suono diverso, una notifica che arriva, e la curiosità di ascoltarlo subito. Insieme a questo, ora, la nuova frontiera di Meta è quello di permettere di inviare, oltre a foto, messaggi scritti e vocali, ora si possono anche inviare video di 60 secondi. Ancora una “mancanza di rispetto” per chi invia o per chi riceve?

È il metodo peggiore e spesso l’audio sul telefonino crea ansia in chi li riceve” – dicono gli esperti. Il messaggio vocale può creare imbarazzo o disagi sul lavoro, durante un incontro importante, su un bus o un treno e, in generale, in una situazione in cui non è possibile ascoltarlo. Infatti, non sempre è possibile ascoltare un messaggio vocale ovunque noi siamo.

Privacy, educazione e messaggi vocali | Come è bene regolarsi con Whatsapp
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Alcune norme da rispettare…per educazione

Partiamo anche dal fatto che noi ci poniamo davanti ad ascoltare una sorta di monologo da parte di chi ce lo ha inviato e non possiamo controbattere al momento, come invece si fa in una conversazione diretta viso a viso o con messaggi scritti. Bisogna tener presente che, chi invia il messaggio vocale, deve mettere in conto che il destinatario decida di non aprirlo e che rimandi l’ascolto ad un altro momento.

Quale potrebbe essere la soluzione, allora, a questo “disagio” momentaneo? Se l’interlocutore, ad esempio, risponde con messaggi scritti è chiaro che vuole spezzare quella catena di audio: ad un messaggio scritto, quindi, è buona norma rispondere per iscritto. Ma se proprio si decide di inviare un messaggino audio, allora è necessario tenere conto della durata.

Un messaggio vocale non deve essere più lungo di un minuto: “[…] E’ buona norma suddividerlo in messaggi più brevi da inviare separatamente. In questo modo il destinatario deciderà se ascoltarli tutti insieme oppure tra un impegno e l’altro. È un modo garbato di alleggerire il peso” – dichiarano gli esperti.

Per questo…facciamo attenzione a quando inviamo o ascoltiamo il messaggio vocale stesso, in particolare per la privacy del messaggio stesso.

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