Avviato il reclutamento delle prime “cavie” umane. Il chip, impiantato nel cervello, aiuterebbe a far riacquistare autonomia ai colpiti da paralisi.
Dopo gli esperimenti sugli animali e qualche polemica finalmente al via i test sugli esseri umani.
Neuralink
“Ripristinare l’indipendenza e migliorare la vita“. Questo è ciò che Elon Musk e tutti gli investitori coinvolti nella startup Neuralink promettono. Lo scorso martedì, ultimati i test sugli animali e ricevuto l’ok da un comitato di revisione indipendente, si è aperto il reclutamento di persone da sottoporre a sperimentazione. In particolar modo Neuralink sta cercando persone, preferibilmente statunitensi, affette da quadriplegia, paraplegia, perdita della vista, perdita dell’udito, incapacità di parlare e/o grave amputazione agli arti (sopra o sotto il gomito e/o sopra o sotto il ginocchio). Ma l’apparecchio promette di essere efficace anche su chi soffre del Morbo di Parkinson.
Come funziona
Si tratta di un microchip, grande poco più di una moneta che va impiantato direttamente nella calotta cranica (quindi totalmente invisibile all’esterno) nella parte del cervello che controlla l’intenzione di muoversi. Il chip invierà gli impulsi cerebrali ad una app che li convertirà in codici decodificabili da un pc. E’ proprio il computer che permetterà ai pazienti di comunicare attraverso il pensiero. Dunque niente controller da tenere in mano, niente sforzi per poter comunicare e quindi maggiore autonomia che si traduce in una qualità della vita migliore.
A guardarlo il chip ricorda lontanamente gli impianti cocleari che esistono ormai da anni e che però si applicano esternamente e sono piuttosto visibili. Tali impianti servono per pazienti che hanno seri problemi di udito non risolvibili con le tradizionali protesi acustiche. Anche in questo caso c’è un intervento chirurgico in anestesia totale da fare poiché trasmettitore e ricevitore vanno impiantati all’altezza dell’osso temporale (un osso del cranio che si trova dietro l’orecchio).
Qualche polemica
Ma prima di giungere alla sperimentazione umana la startup è stata coinvolta in una brutta polemica. Risale allo scorso anno, infatti, la notizia di una indagine federale in realtà iniziata già nel 2018 aperta dall’ispettore generale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti su richiesta di un procuratore federale e si concentra sulle violazioni dell’Animal Welfare Act, che regola il modo in cui i ricercatori trattano e testano alcuni animali. In pratica la Neuralink fu accusata di aver ucciso, per i suoi esperimenti, circa 1500 animali tra i quali oltre 280 tra scimmie, pecore e maiali.
Nel video che segue la Macaco Pager, cui è stato impiantato il chip, gioca a Pong senza usare il joystick