La rivoluzione green è un pericolo? l’Italia rischia di brutto

L’Italia delle polveri sottili è in allarme: la svolta green a livello europeo rischia di essere un disastro per il Belpaese.

L'Italia inquinata

La Commissione Europea, come sappiamo, ha deciso di rivedere al ribasso i limiti per le polveri sottili rilasciate in atmosfera.

Fuoco alle polveri (sottili)

I limiti UE, applicati alla lettera, costringerebbero però le regioni più industrializzate d’Italia, tipo la Lombardia, a chiudere oltre il 70% delle industrie ed attività produttive: un’ “ecatombe senza precedenti”, come ha dichiarato Fontana, il Governatore meneghino. Invero, anche il Governo centrale spinge per modificare gli accordi con Bruxelles, impegnandosi a rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive entro i prossimi sette anni (abbassandole del 55%), ma richiedendo che si tenga conto delle particolarità del territorio italico.

In poche parole, nessuna deroga specifica, ma una certa elasticità di giudizio, avuto riguardo delle specificità di alcune aree morfologiche delle nostre regioni. Come study case si riporta proprio l’area lombarda, con la pianura padana che, schiacciata tra Alpi ed Appennini, risulta bacino preferito per il ristagno delle polveri inquinanti.

L’Italia e L’ecatombe green

Come sottolineato, per rientrare nei limiti previsti a livello UE, dimezzando il pm10 per metro cubo, si rischierebbe di paralizzare mezzo paese, limitando fortemente l’attività d’impresa, riducendo le attività produttive della penisola, iniziando dal settentrione d’Italia. Non solo, si dovrebbe anche tenere fermi i 3/4 dei veicoli attualmente circolanti, giudicati come troppo inquinanti, per tacere degli allevamenti e delle attività agricole, responsabili di una buona percentuale degli inquinanti messi circolazione.

Insomma, mezzo Nord dovrebbe affiggere il cartello “chiuso per tutto”. Vero è che il problema non interessa solo il settentrione; Roma, ad esempio: se la direttiva europea resterà invariata, la Capitale dovrà inventarsi un modo per eliminare su due piedi il 40% delle polveri sottili in circolazione sul suo territorio entro il 2030.

La forma è sostanza (nociva)

Ma il vero problema non si sostanzia solo nella quantità delle emissioni prodotte: il dramma è che non si potrà ridurle, dato che la forma stessa di alcune aree del nostro Paese rende stagnante il pm10. Basti pensare che durante la drammatica escalation della pandemia, quando moltissime imprese serrarono i battenti, le auto rimasero ferme nei garage, comunque la concentrazione di polveri sottili nel bacino padano non diminuì in modo sistematico.

L'Italia - inquinamento
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Ovviamente l’Italia farà di tutto per allinearsi alle previsioni di Bruxelles per il 2030, prevedendo investimenti massicci in fonti di produzione non inquinanti, energie rinnovabili,  impianti di compostaggio e trattamento biologico dei rifiuti: nuova fase evolutiva per la tecnologia di domani, quando la transizione ecologica sarà imprescindibile per garantire il pieno sviluppo di una Nazione .

 

 

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