Alessio Ghersi, il pilota e capitano delle Frecce Tricolori è morto in un tragico incidente aereo. Precipitato, insieme ad un parente anche egli deceduto, durante il volo con un ultraleggero.
Il veicolo, sul quale erano decollati da Campoformido, si è schiantato poco dopo, intorno alle 18.30, nell’alta Val Torre in provincia di Udine. Lutto per l’aeronautica militare che annulla i prossimi eventi.
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Lascia la moglie e due bambini il capitano Alessio Ghersi, originario di Domodossola, con lui morto nello schianto un suo parente Sante Ciaccia, di Milano. Si erano da poco alzati in volo per un giro turistico, l’ultraleggero sul quale viaggiavano, infatti, il Pioneer 300 marche I-8548 è il classico aereo da turismo.
L’ultraleggero Pioneer 300 marche I-8548
Un peso massimo di decollo di 600 kg e caratteristiche di volo ed affidabilità che lo fanno prediligere, dagli appassionati, rispetto ad altri aerei della sua stessa categoria. La cabina è dotata di visualizzatori elettronici su schermo della strumentazione di bordo al posto della tradizionale strumentazione analogica.
Una caratteristica particolare di questo veicolo è il paracadute balistico. Quest’ultimo viene installato sull’aeroplano ed è azionabile in situazione d’emergenza. Il sistema permette di lanciare, grazie ad un razzo a propellente solido, un paracadute che è fissato all’interno del velivolo grazie a delle cinghie. Una ulteriore misura di sicurezza insomma. Se la presenza del paracadute fosse confermata, sul veicolo, questo potrebbe, in qualche modo, aiutare a capire le cause dello schianto del veicolo.
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Sono ancora ignote, infatti, le cause che hanno portato alla morte di Alessio Ghersi e dell’altro passeggero dell’ultraleggero. L’unica cosa certa è l’esperienza di Ghersi. Capitano e pilota delle frecce tricolori. Il 34enne era, infatti, uno dei piloti di punta dell’aeronautica militare italiana. Un Pony (si chiamano così in codice i piloti delle frecce tricolori) della Pattuglia Acrobatica Nazionale, un pilota esperto dal 2007 nell’aeronautica militare.
Chi era Alessio Ghersi capitano delle frecce tricolori
Dopo le scuole di volo era stato assegnato al 4° stormo di Grosseto. Quest’anno sarebbe stato il suo quinto anno nelle frecce tricolori. Era il Pony 5 e occupava la posizione di secondo gregario destro nella pattuglia acrobatica. Uno dei 10 piloti addestrati e capaci di compiere evoluzioni in volo da poco entrati nel Guinnes dei primati.
Eppure ieri durante quel volo qualcosa è andato storto. Testimoni parlano di una nuvola di fumo, forse una esplosione, il veicolo precipitato ed i due passeggeri morti durante lo schianto e carbonizzati. I corpi sono stati, infatti, riconosciuti, dopo l’autorizzazione del magistrato, in tarda serata.
I resti dell’ultraleggero, invece, sono sottoposti a sequestro e sono a disposizione delle autorità giudiziarie e degli ispettori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza. Sono due le inchieste aperte la prima dalla Procura della Repubblica di Udine, la seconda inchiesta è stata, invece, aperta dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv). Da accertare le cause dello schianto, soprattutto, alla luce del fatto che sarebbe escluso un errore umano.
Intanto è lutto per l’aeronautica militare, nell’anno del suo centenario, per le frecce tricolori che avrebbero dovuto esibirsi il 1 maggio a Rivolto (Udine) per aprire la stagione acrobatica manifestazione, naturalmente, annullata. E’ lutto, soprattutto, per la famiglia di Alessio Ghersi per la moglie ed i suoi due bambini.