Allarme Pnrr la Corte dei Conti denuncia ritardi nei progetti e rallentamenti nella spesa dei fondi a disposizione. A rischio, insomma, il raggiungimento degli obiettivi e lo stesso Fitto, ministro degli Affari Europei, dichiara che il raggiungimento dei traguardi entro il 2026 è impossibile.
L’Italia rischia di perdere una occasione storica. Nel 2022 dovevano essere portati a termine 50 obiettivi, per stare a passo con i tempi del Pnrr e continuare a beneficiare dei fondi a disposizione, ebbene solo 10 di questi sono stati rispettati.
Alla vigilia della terza tranche da 19 miliardi di euro l’Europa, purtroppo, mette l’Italia sotto osservazione, in particolare erano tre le misure da portare a compimento che la commissione europea rimprovera al Governo italiano.
Sarebbero, in particolare, tre le misure su cui Bruxelles accende i riflettori e storce il naso. Le concessioni portuali secondo la Commissione europea, infatti, c’è bisogno di ulteriori approfondimenti. L’Europa proporrebbe, anzi suggerirebbe, di limitarne la durata massima. Le reti di teleriscaldamento nei confronti delle quali la comunità europea ha proprio messo in discussione l’ammissibilità di alcuni interventi. Luci accese, non in maniera positiva, anche su alcuni Piani Urbani Integrati: lo stadio Artemio Franchi di Firenze ed il Bosco dello sport di Venezia. Per queste due misure l’Europa contesta l’ammissibilità di questi interventi.
Cosa è il Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
A rischio, quindi, la terza tranche del piano nazionale di ripresa e resilienza ma non solo. I dubbi, i ritardi, riguardano anche e, soprattutto, i soldi ottenuti ed ancora non spesi. E’ giusto ricordare che a seguito della pandemia e delle difficoltà che ogni nazione, ogni singolo individuo ha dovuto affrontare L’Europa ha messo in atto una serie di misure atte a superare la crisi.
La Next generation Eu a tale proposito è lo strumento di ripresa e di rilancio economico individuato ed introdotto dalla Comunità europea per risanare le perdite e le difficoltà create dalla pandemia Covid.
Una pioggia di soldi per le singole nazioni da spendere in un determinato modo e con tempi certi. Il Pnrr, ossia il Piano nazionale di ripresa e resilienza, cos’ denominato è il programma con cui l’Italia, il governo intende gestire questi fondi di concerto con l’Unione europea. Il piano italiano è molto articolato e prevede sei missioni principali ognuna delle quali con delle misure da adottare. In alcuni casi si parla di investimenti economici in altri semplicemente, si fa per dire, di riforme normative.
I ritardi del governo italiano
Dal 2021 al 2026 l’Italia dovrebbe portare a compimento 292 investimenti e 66 riforme. Secondo l’Europa, però, l’Italia non riesce a spendere i soldi, non riesce a portare a compimento questi obiettivi. Del resto solo 10 dei 191,4 miliardi della Recovery and resilience facility (il 6%) sono stati utilizzati. Una delle prime misure, uscendo da una emergenza sanitaria da una pandemia, era proprio quella della salute, una vera e propria missione. Dei 343 milioni di euro preventivati, però, l’Italia, ad oggi, riesce a spenderne solo 79. Sulla transizione ecologica, altro nodo cruciale, il governo italiano rispetto agli oltre 6 miliardi di euro da investire riesce a spenderne sono 2,4. L’ulteriore misura riguardante l’inclusione e la coesione sociale registra ritardi enormi: sui 631 milioni previsti si spendono solo 240 milioni.
Non solo l’Europa, però, a contestare o dubitare dell’azione italiana ma anche la stessa Corte dei Conti che nella sua relazione, semestrale, evidenzia ritardi e rallentamenti. A rischio dunque il Piano di ripresa? A questo punto anche lo stesso ministro Fitto esce allo scoperto dichiarando che sarà difficile, se non impossibile, portare a compimento il piano entro il 2026. Addirittura organi di stampa riportano provocazioni che inizierebbero a circolare nel mondo del governo e degli addetti ai lavori di chiedere il dimezzamento dei fondi.