Il tema del lavoro è sempre centrale ed attuale. La settimana corta di lavoro di 4 giorni è uno dei temi cruciali degli ultimi periodi su cui tanti stanno ragionando. San Marino apre a quella che sarà in tutto e per tutto una vera svolta storica.
La Repubblica del Titano, infatti, è possibilista nei confronti di tale ipotesi e si appresta a valutare pro e contro e, nell’eventualità, a mettere in piedi un piano concreto.
Da sempre il tema del lavoro e tutto ciò che vi ruota intorno è parte del dibattito interno dei governi. Ma mentre c’è chi si trova ancora a fare i conti con il passato, focalizzando la propria attenzione su salario minimo, contratti troppo spesso atipici e via di seguito, c’è chi è già proiettato verso il futuro.
San Marino apre alla svolta storica
La settimana corta sul posto di lavoro è, infatti, uno di quei punti che riguardano la modernizzazione del mondo del lavoro. In alcuni Paesi europei viene già applicata la cosiddetta settimana corta, si parla di 4 giorni di lavoro su 7. Ebbene, oggi, anche la Repubblica di San Marino apre al dibattito, non limitandosi, però, a enunciati fini a se stessi o a discussioni più o meno ideologiche. A San Marino lo si farà con un vero e proprio percorso di studio atto ad analizzare i pro ed i contro ed il come, nel caso di parere favorevole, si possa poi adattare una simile misura.
Sarà proprio la Confederazione Democratica dei Lavoratori Sammarinesi (Cdls), con progetti di formazione e piani di studi, a sciogliere definitivamente il nodo su tale ipotesi.
Del resto sono già tante le iniziative messe in campo dalla Cdls, come afferma lo stesso Paride Neri segretario della Flia Cdls, in materia di innovazione tecnologica, Industria 4.0 e Smart Working.
La sfida, oggi, è capire bene cosa è e come funziona la settimana corta, cosa succede in Europa ed arrivare alla fine di questo percorso ad avere nu vero e proprio piano di studi per valutare, poi, come procedere. La Cdls è una delle confederazioni sindacali di San Marino che, fondata nel 1957, aderisce alla Confederazione Europea dei Sindacati.
I vantaggi della settimana corta sembrano esserci tutti. Ci sono già molti Paesi della comunità europea che hanno preso questa iniziativa. Il Belgio, ad esempio, è una delle ultime nazioni che ha aderito a questa modernizzazione del mondo del lavoro. Si tratta di un giorno in meno a settimana di lavoro ma, ovviamente, a parità di stipendio.
I benefici della Settimana corta di lavoro
Significa un giorno in più da poter dedicare a se stessi, alla famiglia, alla casa e perché no anche ad un weekend fuori. Più tempo libero a disposizione che andrebbe ad incidere favorevolmente sulla produttività dell’individuo. Meno stress e meno casi di burnout permettono al lavoratore di esprimersi al meglio di essere più produttivo sul posto di lavoro. Il burnout, infatti, è quella sindrome legata allo stress lavoro-correlato, che porta il soggetto all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, con manifestazioni anche di apatia, nervosismo ed irrequietezza che alla lunga incidono significativamente sul rendimento del lavoratore.
Ma i benefici della settimana corta andrebbero a riversarsi anche sull’ambiente. Nei Paesi in cui si testa la settimana corta ci sarebbero significative riduzioni di gas serra. Insomma da una prima analisi la settimana di lavoro di 4 giorni consentirebbe una migliore qualità di vita ai cittadini, permetterebbe di produrre di più ed aiuterebbe l’ambiente riducendo emissioni di gas serra.
In Europa oltre al Belgio ci sono anche Spagna, Islanda ed altri che ricorrono alla settimana corta ed anche Paesi come la Scozia che stanno comunque sperimentando con progetti piloti.