Criptovalute: la reazione dopo il crollo della Silicon Valley Bank

Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e di un altro istituto di credito statunitense, al quale le criptovalute sono comunque collegate, il mondo della finanza trema. Wall street e le altre borse, anche europee, registrano dati in rosso da giorni, anche e soprattutto sulla scia dell’emotività. 

Criptovalute

Regge, invece, il mercato legato al mondo delle criptovalute dove in origine si pensava ci potessero essere le conseguenze peggiori. La “stablecoin” Usdc (quella ancorata al dollaro già nella sua definizione), in particolare, doveva essere quella a subire gli scossoni peggiori dopo che il fondatore, Circle, aveva annunciato di avere consistenti investimenti, proprio nella Silicon Valley Bank. A fronte di una perdita iniziale di un modesto 12%, rispetto a quanto potessero essere le previsioni, ha già recuperato tale perdita rimettendosi in pari.

Il crollo in borsa ricordando il 2008

Il crollo dei titoli in borsa, principalmente di quelli degli istituti di credito o titoli a loro collegati, è stata una vera e propria ondata emotiva piuttosto che valutazioni tecniche legate al fallimento della banca californiana. Un vero e proprio contagio che ha riportato nella mente degli investitori e, forse, inspiegabilmente anche di qualche addetto ai lavori, il drastico crollo del 2008.

Era il 2008, infatti, più esattamente il 15 settembre 2008 quando una delle più grandi ed importanti banche d’affari di New York, la Lehman Brothers fondata nel 1850, avviò la procedura fallimentare. Circa 25000 persone persero il lavoro e, in quella circostanza, Dow Jones, il principale indice della borsa di New York, perse più di 504 punti. Un crollo così era stato registrato solo il giorno dopo l’attentato delle Torri gemelle.

Finanza e criptovalute

La settimana in rosso delle borse è dovuta principalmente, in questa occasione, proprio a quei ricordi. E’ venuta a mancare la fiducia nei confronti degli istituti di credito e delle istituzioni provocando vendite vertiginose. Eppure le istituzioni americane, proprio per quanto riguarda il fallimento della Silicon Valley Bank, si sono mosse per scongiurare il crack consequenziale e per calmare il panico che ciò stava generando.

Le criptovalute dai primi valori negativi passano a guadagni consistenti

A non essere caduti nel vortice dell’emotività e, almeno per il momento, a mitigare i danni sono, invece, proprio le criptovalute e tutto il mondo che le circonda. Abbiamo già detto dello stablecoin Usdc ma anche i Bitcoin hanno retto il colpo. Questa criptovaluta, in particolare, forse è riuscita anche a rafforzarsi stando ai dati attuali. I Bitcoin dal loro valore di 22.000 dollari, prima del fallimento della SVB, sono scesi a 19.500 dollari seguendo l’andamento negativo delle borse per poi registrare dei rimbalzi che hanno portato il loro valore a 26.400 dollari. Dalla flessione iniziale, infatti, al valore attuale questa moneta virtuale ha fatto registrare un più 34%.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’altra criptovaluta più importante Ethereum che ha pagato una flessione iniziale del 12% nei giorni del crac. Ebbene anche questa cripto ha registrato rimbalzi significativi arrivando, oggi, a guadagnare un più 30% registrando un valore di 1770 dollari.

 

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