Una situazione grave quella della siccità in Italia, alla quale non si riesce a trovare una immediata quanto proficua soluzione.
Glie esperti sono in allarme poiché, prima, questa era la preoccupazione dei mesi estivi e non, certamente, dell’inverno. Ora tutto sta diventando molto più serio.
Cosa fare? Ecco che i geologi lanciano un allarme: la situazione è grave in tutto il Nord Italia.
Siccità: l’allarme dei geologi
L’acqua è sempre più poca e la terra chiede aiuto. La siccità: una calamità atavica alla quale eravamo abituati solo durante i mesi estivi. Ora inizia a preoccupare anche nel periodo invernale, quando la pioggia e la neve, in realtà, sono più poche del previsto.
Un inverno che sembrava primavera, solo da gennaio il freddo si è fatto sentire e le tanto desiderate ed agognate neve e pioggia sono iniziate ad arrivare insieme al freddo. Sembrava una soluzione, ma in realtà così non è stato, anzi. Non sono state copiose come si necessitava e non sono riuscite a “riempire” le carenze idriche di cui il nostro Paese ha bisogno.
Per questo motivo, è arrivato l’allarme dei geologi: la siccità sta colpendo, in particolare, le zone del Nord Italia dove, a soffrire maggiormente, sono proprio i fiumi. Periodi di secca, proprio come i mesi estivi.
Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, aveva ipotizzato che, se la situazione sarebbe peggiorata, si sarebbe passati allo spettro più brutto di tutti: la razionalizzazione dell’acqua. Ma, ora, gli stessi geologi chiedono un cambio di rotta. Per ovviare a quest’emergenza, chiedono che si inizi a vedere come necessario il riutilizzo delle acque reflue sia nell’industria che nell’agricoltura stessa.
La richiesta specifica dei geologi
“E’ necessario ridurre i consumi, recuperare gli sprechi, limitare le perdite, andare a trovare nuove fonti” – dicono gli esperti. Riutilizzare le acque reflue nell’industria e in agricoltura, ma dall’altro lato anche quella di ottimizzare gli impianti di irrigazione e cercare, quanto più possibile, di ridurre le perdite sulle condotte, perdite che ammontano a quasi un terzo della portata erogata.
L’allarme non si ferma soltanto alla siccità in se, ma anche alle conseguenze che se ne verrebbero a creare. Uno su tutti il turismo, motore trainante dell’economia del nostro paese, che potrebbe essere a rischio se si inizierà a pensare a una razionalizzazione dell’acqua.
“E’ molto ma molto importante affrontare da subito questo tema” – spiegano i geologi, anche se già lo scorso primo marzo si è tenuto, a Palazzo Chigi, un tavolo di confronto e di proposte proprio sulla crisi idrica. Da questo è nata la necessità di istituire una cabina di regia per definire un piano idrico straordinario nazionale.