L’Italia è uno dei paesi più ricchi dal punto di vista storico, artistico e culturale. E quale migliore occasione per rivalutarla ancora di più, attraverso una particolare iniziativa.
Il Patrimonio dell’Unesco potrebbe arricchirsi di altri “gioielli” targati, proprio, Italia. Vediamo insieme quali potrebbero essere i candidati.
Il nostro Paese punta, in particolar modo, sulle chiese e sulle abbazie.
L’Italia ha, dal suo canto, forse il maggior numero di reperti artistici e storici rispetto agli altri Paesi europei. Patrimonio che il mondo intero ci invidia, non solo classico, ma anche rinascimentale. Tutto vorremmo fosse rivalutato come dovrebbe ma, non sempre, si riesce ad avere l’approvazione e l’appoggio che si merita.
Il Ministero della Cultura, per agevolare anche tutto questo, opta sui monasteri e sulle abbazie, in particolare quelli benedettini. Tante potrebbero essere le candidature previste, per far sì che un gran numero di monasteri entri nel prestigioso elenco degli “Insediamenti benedettini altomedievali in Italia”.
Non soltanto quelli più conosciuti come l’Abbazia di Montecassino, ma anche il Monastero di Subiaco, quello di Sant’Angelo in Formis, o anche quello di San Vincenzo al Volturno solo per citarne alcuni.
In realtà, sono ben 6 le regioni italiane che hanno in lizza monasteri che potrebbero entrare a far parte del Patrimonio dell’Unesco: la Campania, il Piemonte, il Lazio, il Molise, la Lombardia e le Marche. Al loro interno, ci sono ben 10 comuni (da Capua, a Cassino, a Genga, a Subiaco) che hanno in sé monasteri e abbazie che vanno conservate e preservate.
Una candidatura che è stata promossa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese insieme al Comitato scientifico, che ha condotto alla selezione di questi straordinari complessi monastici. Ma quali sono, nel dettaglio, questi monasteri? Si tratta del:
Dopo una riunione di coordinamento, a cura dell’Ufficio Unesco del ministero del 31 maggio 2023, è stato elaborato quel dossier per la verifica preliminare che servirà agli organismi consultivi dell’Unesco e inviato, poi, a Parigi a settembre 2023. Da lì, poi, un percorso di candidatura che vedrà anche la condivisione con gli organi politici, fino alla valutazione finale degli organismi competenti nel 2026.
“Ogni monastero è stato un faro di cultura che ha trasmesso una grande storia e, inoltre, sono scrigni di arte e bellezza. Per questo è doveroso sostenere questa aspirazione” – ha dichiarato il Ministro della Cultura, Sangiuliano.