Sulla morte di Giovanna Pedretti vige ancora un alone di mistero misto allo sconcerto per il gesto estremo della donna che ha deciso di farla finita.
La procura di Lodi ha aperto un fascicolo: indaga per istigazione al suicidio. Un atto dovuto per poter effettuare tutti gli accertamenti necessari, una ipotesi di reato senza indagati.
La verità sulla morte di Giovanna Pedretti, però, si troverebbe nei suoi cellulari. Due dispostivi di cui uno ritrovato nella sua Panda e l’altro fnito in acqua con lei.
Giovanna Pedretti e quela verità nascosta nei suoi cellulari
Una vicenda assurda figlia di una società distorta
Giornalisti e carabinieri sono entrati a gamba tesa, immediatamente, nella vita di Giovanna Pedretti. Lei che quasi sicuramente li aveva visti, fino a quel momento, solo in televisione. Un accanimento sui social da parte degli hater i cosiddetti leoni da tastiera che scaricano le proprie frustrazioni sugli altri senza accorgersi del male che fanno.
Tutto questo, forse, avrebbe portato la donna alla tragica decisione di farla finita. Gettatasi, infatti, nelle acque del fiume Lambro la donna è stata ritrovata poi senza vita. La verità, intanto, potrebbe essere nei suoi cellulari che la donna aveva portato con se.
Un primo apparecchio ritrovato nella sua Panda mentre il secondo era finito con lei nelle acque gelide del fiume. Il procuratore di Lodi, intanto, Maurizio Romanelli apre una inchiesta e dovrà acertare la verità dei fatti. Per Giovanna, intanto, dopo la sofferenza per la morte del fratello anche lui suicida si era aggiunta questa batosta che ha portato anche lei al gesto estremo.
Per i familiari la donna era molto legata al suo lavoro, una priorità dalla quale era quasi ossessionata e proprio su ciò a cui teneva è stata messa ala gogna e non ha retto le critiche aspre e gli assedi dei giorni passati.