Nei giorni scorsi, durante un incontro con Aooi e Fimp il Papa ha affermato delle cose che hanno fatto discutere.
Il mondo animalista insorge. Ma i dati danno ragione al Pontefice.
Più cani che figli
Lo scorso 19 novembre durante un incontro con i rappresentanti dell’ Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani (Aooi) e della Federazione Italiana Medici Pediatrici (Fimp) Papa Francesco ha rilasciato una dichiarazione (parlando a braccio) che ha sollevato polemiche nel mondo animalista.
Dopo aver letto il suo discorso il Papa ha affermato: “Forse questo non dovrei dirlo, ma lo dico: oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio. Il vostro compito è molto limitato, ma cresce quello dei veterinari! E questo non è un buon segnale”.
Insorgono i veterinari
A stretto giro arriva la replica sia dei veterinari che degli animalisti. ”La società è cambiata, anche le esigenze, e cani e gatti oggi sono diventati ormai indispensabili. Specie nelle grandi città, dove regna l’anonimato, sono un antidoto alla solitudine. Per rimanere nella battuta per noi è tutt’altro che un brutto segnale”. A dichiararlo ad Adnkronos il Dottor Zaccaria Di Taranto della Federazione Medici veterinari e vice segretario del Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica.
Il medico sottolinea che, sì, il lavoro è “cresciuto in modo esponenziale” ma ribadisce che “ormai in ogni famiglia, specie per le persone anziane, c’é un cane” e c’è anche “più cura nei confronti degli animali domestici”. “Le persone sono sempre più sole, l’animale da compagnia diventa indispensabile. Un discorso che vale soprattutto in riferimento alle grandi città: nei condomini, dove quasi non ci si saluta, non ci si conosce, c’è molto anonimato e a volte una riservatezza esagerata rispetto a come eravamo abituati tanti anni fa”.
L’ OIPA non ci sta
Insorge anche Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) che dichiara: “Una delle varie esternazioni di questo papa che sembra ritenere l’amore come limitato quantitativamente, come se, dandolo a un animale, lo si tolga ad altri. Contrapporre i figli a cani e gatti rivela la poca empatia nei confronti degli animali di un pontefice che pure ha preso il nome di Francesco, come il Santo d’Assisi che chiamava tutte le creature ‘fratelli” e sorelle'”. E’ “evidente“, continuano, “che per Francesco la vita animale è meno importante della vita umana. Ma chi sente che la vita è sacra ama la vita al di là delle specie“.
Ma i dati danno ragione al Pontefice
I dati, però, danno ragione a Papa Francesco. Lo scorso anno in Italia sono nati appena 393 mila bambini, il 2% in meno rispetto al 2021. Nello stesso anno e nello stesso paese sono stati recensiti (e questo significa che il numero è sicuramente maggiore) 64,95 milioni di animali di compagnia dei quali quasi 19 milioni sono cani e gatti.