Dopo l’ultimo caso verificatosi in provincia di Avellino è quanto mai fondamentale capire cos’è il botulino e come fare a starne alla larga.
Cause, sintomi e cura. E’ fondamentale conoscere il veleno più nocivo per l’essere umano.
Cena fatale
Pochissimi giorni fa è stata diffusa una triste notizia: una coppia è andata a mangiare una pizza in un ristorante di Ariano Irpino (in provincia di Avellino). A fine pasto entrambi si sono sentiti male al punto da recarsi in ospedale. La donna, Gerardina Corsato di 46 anni é morta poco dopo il ricovero, il marito Angelo Meninno di 52 anni é a tutt’ora ricoverato. Fin dai primi minuti si è pensato ad una intossicazione da botulino e questo perché la coppia ha accusato fortissimi dolori allo stomaco. Saranno l’autopsia sul corpo della povera Gerardina e le analisi su campioni prelevati dal marito a dare una risposta definitiva.
Ma questa vicenda ha riacceso i riflettori sul pericolosissimo botulino. Cerchiamo di conoscerlo meglio e di capire come fare per starne alla larga.
Clostridium Botulinum
Il botulino è un batterio che produce le cosiddette tossine botuliniche. Sono queste tossine a provocare una malattia che si chiama botulismo. Tale malattia in genere si manifesta con questi sintomi che, di norma, compaiono entro le 72 ore dall’assunzione:
- annebbiamento e sdoppiamento della vista (diplopia)
- dilatazione delle pupille (midriasi bilaterale)
- difficoltà a mantenere aperte le palpebre (ptosi)
- difficoltà nell’articolazione della parola (disartria)
- difficoltà di deglutizione.
- secchezza della bocca e delle fauci (xerostomia)
- stipsi.
Come si forma e dove si trova
Il botulino è un batterio anaerobio che quindi può sopravvivere anche in assenza di ossigeno. Siccome si presenta sottoforma di spora si può trovare praticamente ovunque: terreno, nella polvere, nei sedimenti marini, nel pulviscolo atmosferico, negli alimenti e nel tratto digerente di diversi animali. Ma fin quando si trova sottoforma di spora è tutto sommato innocuo. La tossicità subentra quando la spora raggiunge lo stato vegetativo (e dunque quando trova le condizioni ideali, quali assenza di ossigeno, presenza di acqua e temperature miti). In queste condizioni il batterio produce le tossine, velenosissime per l’uomo.
Messi sul piatto questi dati si capisce quindi che terreno fertile per la proliferazione del botulino siano le conserve casalinghe, soprattutto quelle di verdure e le confetture, oltre quelle fatte con proteine animali (ad esempio tonno o salumi). Molto meno infettabili sono, invece, le conserve acide (come la classica conserva di pomodoro) e quelle che prevedono aggiunta di sale o zucchero: acidità, sale e zucchero creano un ambiente inospitale per le spore.