Si è tenuto questa mattina un incontro che ha visto al centro Federica Cappelletti e il ricordo di Paolo Rossi.
Oltre a ricordare il marito la Cappelletti si è concentrata molto anche sul mondo del calcio femminile.
Questa mattina presso il centro commerciale “Le Befane” di Rimini si è assistito a ciò che è ben più di un dibattito che parte dal contenuto di un libro. O, meglio, l’occasione di incontro era proprio un momento di ricordo e riflessione che partiva da “Quanto dura un attimo” libro autobiografico di Paolo Rossi scritto nel 2019, poco prima della morte, a quattro mani con sua moglie Federica Cappelletti.
Come prevedibile il contenuto del libro si è dimostrato essere una bella cornice che ha raccolto al suo interno tanti ricordi, aneddoti, forti emozioni e anche alcune interessanti considerazioni sul futuro.
Sul palchetto, allestito nelle aree dello shopping center la Cappelletti, non era sola. Al suo fianco in qualità di moderatore c’era l’ottimo Massimo Boccucci, giornalista del Corriere dello Sport che con ha introdotto i vari ospiti in una escalation ritmata e piacevole da seguire per gli invitati ed i numerosi e curiosi clienti de “Le Befane”.
In platea varie personalità del mondo sportivo del territorio: Giuseppe Geria, Direttore Generale del Rimini FC, Luca Della Balda, Presidente Victor San Marino, Pasquale Cassese, Presidente United Riccione, dirigenti e atleti di Rimini FC, Victor San Marino, United Riccione, San Marino Academy, Sansepolcro.
Tra un filmato ed un brano musicale si è aperto lo scrigno dei ricordi e ne sono venute fuori delle vere e proprie chicche. Si parte con il breve intervento dell’ideatore dell’evento, Mario Fucili quindi arriva il saluto del padrone di casa, il direttore del centro commerciale riminese Massimo Bobbo. Apprezzata la presenza del Comune di Rimini nella persona dell’assessore Mattia Mario Morolli: “In una Italia divisa per tante cose dai partiti alle opinioni – ha detto Morolli – parlare di Paolo Rossi strappa sicuramente un sorriso a tutti”.
Un’affermazione che ha centrato il cuore di “Quanto dura un attimo”. Raccontare non tanto le gesta di un campione unico ma parlare dell’uomo, del sig. Rossi uomo, marito, padre, amico come la stessa Federica Cappelletti ha tenuto a sottolineare. Un ragazzo semplice rimasto tale nonostante il successo straordinario. Presenza gradita quella di Claudio Cecchetto che ha ricordato gli anni ’80 e l’inizio della televisione commerciale.
Ma la domanda che sorge spontanea è su come sia nato questo titolo. La Cappelletti lo spiega brevemente e dalle sue parole trapela quella quotidianità di una famiglia semplice con valori importanti. “Una mattina dove aver fatto il giro per accompagnare le figlie a scuola ci siamo fermati nel solito bar per parlare. Paolo era un po’ assorto e gli chiesi cosa c’era che non andava e lui mi disse che il rumore della pioggia gli faceva ricordare il rumore dei tacchetti che lo accompagnò dagli spogliatoi verso la finale del Mondiale”.
Ecco il senso di quanto dura un attimo, ognuno ha il suo che svanisce subito: “Finita la partita – prosegue Federica – erano tutti a festeggiare mentre Paolo era stesso sul campo vicino ad un tabellone pubblicitario e pensava che in quel momento loro rappresentavano una nazione intera”.
Il momento clou del dibattito arriva quando salgono sul palco Massimo Bonini e Marco Macina. I due ex calciatori raccontano alcuni momenti del loro passato legati a Paolo Rossi. “Giocavo nel Cesena, – racconta Bonini – mi arrivò la chiamata di Boniperti ed io, tifoso della Juventus da sempre, partii da solo, non avevo procuratore e non sapevo neanche dove fosse Torino. Fui presentato alla stampa proprio insieme a Paolo. Beh, Rossi per l’epoca era quello che oggi è Cristiano Ronaldo”. Era il 1981 e tra loro nacque subito un’amicizia tipica delle persone semplici che è durata nel tempo.
Quattro anni dopo Pablito si trasferisce al Milan e qui si presenta la stessa situazione con Marco Macina. Il talentuoso ragazzino sammarinese che aveva vinto tutto con le giovanili dell’Italia era cresciuto insieme a Roberto Mancini nel Bologna. Macina espone alcuni aspetti della semplità di un campione che non ti faceva pesare nulla della sua straordinaria carriera.
“Una sera – racconta Marco – mi accompagnò dai Carabinieri perché mi avevano rubato la macchina. La Caserma era chiusa e non volevano raccogliere la mia denuncia. Dissi che ero un giocatore del Milan e niente ancora. Allora dissi che mi aveva accompagnato lì Paolo Rossi in un attimo tutta la Caserma si accese. Questo per dire quanto fosse amato da tutti”.
Divertente anche l’episodio raccontato da Federica Cappelletti di quando venne fermata da una pattuglia mentre usciva dalla tenuta dove vive tutt’ora con le figlie. Correva Federica e gli agenti avevano tempo da perdere. “Ad un certo punto uscì anche Paolo per cose sue – racconta – mi si affiancò e disse Ma ti stanno arrestando? I Carabinieri mi chiesero se lo conoscevo e lui rispose: certo è la mia fidanzata“. Ovviamente verbale stracciato e tutto risolto.
Che Federica Cappelletti non fosse semplicemente la moglie di Paolo Rossi lo sanno tutti. E’ principalmente una valida giornalista e, dallo scorso 30 giugno, è anche la Presidente eletta all’unanimità della Lega di Serie A Femminile. E proprio di calcio femminile ha parlato molto durante la presentazione di questa mattina “il professionismo femminile deve diventare una realtà. Bisogna investire nei vivai, nelle strutture e adottare il modello spagnolo”.
Ha parlato guardando negli occhi le giovani calciatrici del Rimini FC e dello United Riccione accorse per assistere alla presentazione. A loro ha promesso cambiamento.
“Ho grandi ambizioni e sento che le istituzioni italiane ed internazionali ci stanno supportando. I primi incentivi, per le squadre di Serie A sono arrivati, ma arriveranno anche per le altre serie. Come nazione siamo ancora indietro, ma sto studiando i modelli degli altri Paesi: il migliore oggi è quello della Spagna. Il mio desiderio è portare il calcio italiano ad un livello importante ma occorrono mezzi per far crescere le ragazze e avere un livello tecnico sempre più elevato. La rivoluzione deve partire dai settori giovanili per arrivare a un’autonomia del calcio femminile e far sì che per le atlete diventi un lavoro. Sono fiera di aver raggiunto per questa stagione alcuni accordi importanti con sponsor e a livello di diritti televisivi. A tutte le calciatrici dico: credete nel sogno e andate sempre avanti!“
La giornata si è conclusa con l’invito di Massimo Boccucci alle ragazze a leggere “Quanto dura un attimo” perché lì potranno trovare la caparbietà, il sacrificio, il desiderio di come si insegue un sogno. Sogno sul quale ha detto la sua anche Bonini che in solo quattro anni è passato dalla Juvenes di Serravalle alla Juventus. Lì, in quattro anni ha vinto tutto ciò che un calciatore professionista può desiderare.