Si avvicina (forse) la pace tra Israele ed Arabia Saudita: l’evento storico è stato preannunciato dal Premier israeliano Benjamin Netanyahu, durante il suo discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite.
Netanyahu ha affermato che gli accordi internazionali già intervenuti negli anni scorsi (trattasi degli Accordi di Abramo, siglati sotto l’egida dell’amministrazione Trump, con Bahrein ed Emirati Arabi che hanno riconosciuto Israele) sono stati fondamentali per “normalizzare” le relazioni nell’area mediorientale.
“Credo che siamo al culmine di una svolta ancora più cruciale nella pace storica tra Israele e Arabia Saudita”, ha sottolineato il premier israeliano, parlando di un “nuovo Medio Oriente con l’Arabia Saudita e altri vicini, un nuovo corridoio di pace e prosperità”. Netanyahu ha poi aggiunto che i Paesi Arabi non dovrebbero permettere ai palestinesi di porre il veto nelle questioni riguardanti il processo di pacificazione arabo-israeliano; semmai i palestinesi, “che sono solo il 2% della popolazione araba, dovrebbero partecipare anche loro” alla normalizzazione dei rapporti con Israele.
L’Assemblea ONU, o meglio i delegati presenti (la sala era mezza sgombra, perchè molti l’avevano abbandonata in segno di solidarietà verso la Palestina) ha applaudito l’iniziativa israeliana, con l’ulteriore apertura verso il mondo arabo.
Netanyahu ha poi elogiato anche l’amministrazione Biden, aggiungendo che “Dopo gli “Accordi di Abramo” con il presidente Trump, penso che possiamo arrivare alla pace con l’Arabia Saudita con il presidente Biden”. Poco prima “Bibì” aveva destabilizzato l’uditorio quando, parlando dell’Iran, aveva sottolineato come quel paese avrebbe dovuto trovarsi di fronte ad una “minaccia nucleare credibile“ per dissuaderlo dallo sviluppare il suo programma atomico: “Finché sarò premier farò tutto quello che è in mio potere per impedire all’Iran di avere l’arma nucleare”.
L’ufficio stampa israeliano si è indi scapicollato ad aggiustare il tiro dell’intemerata di Netanyahu, rimarcando che quella “minaccia nucleare credibile” era riferita al fatto che l’Iran deve affrontare una minaccia “credibile”, con l’uso della forza militare.
Il presidente palestinese, Abu Mazen, sempre dal podio delle Nazioni Unite aveva però ribadito che non ci potrà mai essere pace in Medio Oriente, senza una soluzione diplomatica che contempli il riconoscimento di due stati distinti e separati. “Quanti pensano che la pace possa prevalere in Medio Oriente senza che i palestinesi possano godere dei loro pieni e legittimi interessi nazionali si sbagliano”, il suo accorato sfogo.
Il messaggio del leader palestinese sembra essere diretto proprio all’Arabia Saudita, intenzionata a riconoscere Israele: per Abu Mazen, una conferenza Onu “potrebbe essere l’ultima possibilità di salvare la soluzione a due Stati e impedire che la situazione di deteriori ulteriormente” . La sicurezza e la stabilità dell’area mediorientale non possono difatti che passare dal coinvolgimento di entrambi gli Stati nelle trattative di pace: è impensabile che un conflitto imperituro, e che dura da ben settantacinque anni, possa concludersi senza una trattativa (a lungo termine) tra i due competitors.