Giorgio Napolitano è morto. L’ex Presidente della Repubblica si è spento in una clinica romana, dopo che qualche giorno fa le sue condizioni si erano aggravate.
Un uomo politico ed un uomo delle istituzioni. Un riformista di lungo corso, anche quando il riformismo nella sinistra, nel PCI, non era una bella parola.
E’ andato via all’età di 98 anni, malato già da qualche tempo, dopo che nel 2022 si sottopose allo Spallanzani di Roma ad una operazione all’addome.
Giorgio Napolitano è morto, si è spento in una clinica romana
E’ stato uno degli uomini politici, uno dei pochi, a ricoprire ruoli importanti nella prima e nella seconda repubblica. Sarà per sempre il primo Presidente della Repubblica rieletto per la seconda volta. In Italia prima di lui non era mai successo, una ipotesi quella della rielezione che non veniva proprio presa in considerazione quasi fosse una regola non scritta.
Giorgio Napolitano si meritò questo onore e questo onere, per come intendeva lui la politica in una età, del resto, già avanzata.
Ha attraversato fasi storiche importanti della storia della Repubblica, nel bene e nel male Napolitano ha contribuito a fare la storia dell’Italia. Ex presidente della Camera, poi Ministro degli interni nel Governo Prodi, Giorgio Napolitano non ha mai ricoperto ruoli banali. E’ stato parlamentare per lunghi anni.
Nato il 29 giugno 1925 a Napoli è entrato in Parlamento nel 1953 all’età di 28 anni, in un’epoca dove l’età contava e per i giovani non vi era molto spazio. Iscritto al Partito Comunista Italiano, l’ex presidente della repubblica, fu uno dei padri fondatori del “migliorismo“, la corrente riformista del Partito Comunista Italiano e dopo la morte di Giorgio Amendola ne prese le redini insieme ad altri illustri esponenti.
Una vita spesa per la politica e per il migioramento
Un riformista vero quando nel PCI e nella sinistra essere riformisti era quasi un rinnegare i propri valori. Napolitano, però, ha sempre portato avanti le sue convinzioni senza badare alle ricadute magari sulla sua carriera. Nel 1944, infatti, in una Napoli convulsa, un appena maggiorenne Giorgio Napolitano entrò in rotta di collisione con il padre.
Un avvocato liberale che non vedeva di buon occhio le scelte del figlio fino ad arrivare ad una rottura anche nei rapporti umani. Allora un figlio comunista che non voleva seguire nemmeno professionalmente le orme del genitore non era cosa piacevole a quei tempi.
Uno dei ricordi più belli legati a Giorgio Napolitano sta in una dedica che, a Capri luogo di villeggiatura della sua famiglia, lo scrittore e giornalista Curzio Malaparte gli lasciò su una copia di Kaputt: “A Giorgio, che non perde mai la pazienza neanche dinanzi all’Apocalisse”.
Era così, infatti, Giorgio Napolitano, un uomo perbene, un distino signore di altri tempi, pacato e riflessivo quando la politica era una cosa seria. Non a caso alla fine l’ex comunista diventa Presidente della Repubblica. Nel 2006 la sua elezione e per la prima volta nella storia nel 2013 la sua rielezione. Era una fase ingarbugliata della politica italiana e Napolitano riuscì ad essere il garante di tutti, il garante dell’Italia e della Costituzione.
Una esistenza lunga un secolo, una vita spesa per la politica con quell’idea del miglioramento (da qui il termine migliorista della corrente politica del PCI). Una visione pragmatica della realtà. Pensare a modelli di società diversi è una utopia per cui è meglio occuparsi e lavorare per migliorare quelli che già ci sono.
Resta l’amaro in bocca per quegli insulti e quegli auguri di morte a mezzo social di qualche giorno fa. Un vero orrore nei confronti di una vita, di un uomo di 98 anni, nei confronti di una sofferenza. I modelli di società che abbiamo oggi, purtroppo, nonostante quasi un secolo passato devono ancora molto essere migliorati.