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Cultura & Viaggi

Perchè il 19 settembre si festeggia San Gennaro? La straordinaria storia del santo di oggi

È uno dei prodigi sul quale ancora ed ancora si parla e si parlerà a lungo, ma è il segno pieno e completo di una devozione che non avrà mai fine.

Napoli, oggi, ha atteso il miracolo di San Gennaro, nel giorno della sua memoria liturgica. Ma, è bene sapere, che non è il solo ed unico miracolo dell’anno.

San Gennaro, infatti, ha un legame stretto ed intrinseco con la sua città, anche al di là della fede. Ed ora, vi spieghiamo il perché.

San Gennaro e il miracolo del 19 settembre

Un’attesa lunga che, ogni anno, mette in ansia ed in apprensione una città intera e non solo. Tantissimi sono i devoti di San Gennaro sparsi per il mondo e non solo a Napoli e in Campania. Oggi, 19 settembre, è il giorno del Santo Patrono di Napoli, durante il quale si attende la liquefazione del sangue del santo.

Una storia millenaria che non si ferma soltanto al 19 settembre ma va anche oltre. Perché San Gennaro, a Napoli, non è solo il “santo patrono”, ma è anche un’istituzione affiancato, solo ed esclusivamente, da un altro “santo”, quale Diego Armando Maradona. Due tipi di santità completamente diversi fra di loro, il sacro ed il profano che si uniscono e che camminano bene a braccetto fra di loro.

Certo, il dio profano non sognerebbe mai di togliere “il trono” al santo della città, tanto che (basti pensare solo agli ultimi e recenti festeggiamenti per la vittoria dello scudetto del Napoli), lo stesso San Gennaro era vestito d’azzurro, a festa, anche lui come chiunque in città.

Dicevamo, inoltre, che San Gennaro a Napoli non è solo il 19 settembre perché, il suo sangue si liquefa ben 3 volte l’anno. Una di queste, forse la meno conosciuta, è quella del 16 dicembre, il giorno del miracolo laico. C’è una statua simbolo, quella “del miracolo della lava”.

photo web source

Quella mano stesa nel “miracolo laico”

Si trova a confine fra il quartiere di San Giovanni a Teduccio e l’ingresso alla città di Napoli. Il 16 dicembre 1631, giorno di una tremenda eruzione del Vesuvio, i fedeli portarono in processione il sangue e il busto del Santo protettore al Ponte dei Granili. Il Santo non restò inerme: con la sua mano fermò il magma che minacciava di distruggere la città.

Quella sacra immagine, oggi, è ancora presente. Forse in pochi la conoscono perché si tende di più a guardare San Gennaro nel suo busto e nelle ampolle del suo sangue. Ma Lui c’è sempre, in ogni angolo della sua città. E questa sacra immagine, dove si vede il Santo allungare la mano in direzione del Vesuvio, a fermare la lava, non è solo un’immagine sacra nel suo insieme, ma è anche il segno potente di un uomo di Dio che non resta in silenzio ma che, anzi, “scende in campo” ed accorre all’invocazione di un popolo.

Maradona come San Gennaro – photo web source

Sacro e profano insieme

Anche oggi, le preghiere non sono rimaste inascoltate. San Gennaro ha compiuto il miracolo e, possiamo dire, che per un altro anno, la città “è salva e protetta”. Sì, perché dietro l’aspetto prettamente religioso, c’è anche quello scaramantico, se così lo si può definire. La non liquefazione del sangue, può rappresentare un aspetto negativo per Napoli, quasi come se il Santo non volesse stendere la sua mano…ma non è così.

Ma anche qui sta il bello di questa devozione, come dicevamo all’inizio, quel sacro e quel profano che si fondono fra di loro.

Oggi, però, “faccia gialla” (così come è chiamato a Napoli) ha fatto il suo dovere!

Published by
Rosalia Gigliano