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Disagio giovanile e povertà scolastica | Il Governo vara un Dl per combatterla

Dopo i fatti di cronaca accaduti a Palermo e Caivano che hanno visto coinvolti anche ragazzini minorenni, si decide di correre ai ripari.

Il Governo ha pensato di mettere in campo una serie di nuove norme che regolino la vita e il rapporto, soprattutto con i cellulari, dei ragazzi.

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Norme per il contrasto al disagio giovanile che saranno discusse nel Consiglio dei Ministri. Ecco quali sono le novità.

Il Governo contro il disagio giovanile

Disagio giovanile e, anche, dall’altro lato il contrasto alla criminalità organizzata che tanto li attira quando, secondo loro, “altro da fare non c’è”. Dopo i fatti accaduti a Caivano, in provincia di Napoli, e a Palermo, il Governo ha deciso di mettere in campo una task force che contrasti e stani (per quanto possibile) il disagio giovanile, specie in alcune delle aree più critiche del nostro Paese.

Non solo disagio giovanile ma anche povertà educativa e criminalità minorile. Al centro del dibattito e del confronto all’interno del Consiglio dei Ministri c’è il divieto di utilizzare piattaforme o servizi informatici e telematici specificamente indicati nonché il divieto di possedere telefoni cellulari.

A molti sembrerà una misura estrema, ma in realtà potrà esser disposta dal questore della città nel caso di minori condannati, anche con sentenza già definitiva, che si sono macchiati di reati quali omicidio, sfregio al patrimonio, o ancora per altri reati legati al possesso di armi o droga. All’interno della bozza del decreto legge è presente anche il cosiddetto “avviso orale”, all’interno del quale è proposta la convocazione del minore da parte del questore e “può essere rivolto anche ai soggetti minori di diciotto anni che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età”.

Insieme all’ammonimento che il questore dà al minorenne, lo stesso dovrà esser convocato insieme ad un genitore o a chi ne ha la tutela. E, proprio nei confronti di chi era tenuto alla sorveglianza del minorenne, “è applicata la sanzione amministrativa pecuniaria da 200 euro a 1.000 euro, salvo che non provi di non aver potuto impedire il fatto” – si legge ancora nella bozza del decreto.

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I reati dei minori anche a 14 anni

Un’attenzione particolare anche verso la scuola e verso coloro che non la frequentano o per le famiglie che non controllano la frequenza dei loro figli. Nella bozza, è prevista infatti, la revoca dell’assegno di inclusione per le famiglie in cui i genitori sono stati condannati in via definitiva per non aver mandato i figli alla scuola dell’obbligo.

Dall’altro lato è prevista anche una norma per le vittime dei reati che vengono commessi per via telematica. La vittima potrà “inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato personale riguardante i fatti di reato di cui è stato vittima”.

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La rieducazione inserita nel decreto

Ad auspicare l’ingresso nel Dl di norme di rieducazione per i minori che si macchiano di questi reati è il Ministro dell’Interno, Piantedosi. Nella bozza, si continua a leggere,  è previsto che “il minore acceda a un percorso di reinserimento e rieducazione che preveda lo svolgimento di lavori socialmente utili o la collaborazione a titolo gratuito con enti no profit o lo svolgimento di altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per un periodo compreso da uno a sei mesi“.

Un’osservazione particolare viene fatte alle regioni del Sud Italia, per le quali sono stati stanziati 32 milioni di euro in tre anni per le scuole del Mezzogiorno.

Published by
Rosalia Gigliano