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Tenta di incendiare il bar | Il perché del gesto gli è stato fatale

Una vendetta finita male, alla base di uno sconcertante omicidio avvenuto nel centro di Ferrara. Davide Buzzi, 42enne di Codigoro, accompagnato da un 22enne sarebbe stato ucciso mentre tentava di incendiare un bar.

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Buzzi, secondo le ricostruzioni degli investigatori, avrebbe raggiunto il locale, il Big Town di via Bologna, per “vendicare” la morte del figlio acquisito di 19 anni, avvenuta poco qualche giorno prima nei pressi del bar.

Il tentativo di incendio

Era armato di una grossa tanica di benzina, il 42enne, ed avrebbe tentato di cospargere le strutture e le suppellettili del locale, prima di essere affrontato dai titolari dell’esercizio:  sarebbe quindi scoppiata una colluttazione tra Buzzi, il proprietario del bar e suo padre. Una vera e propria rissa da strada, con Buzzi che ha avuto la peggio, colpito  da arma da taglio, gravissima una ferita al petto, che ne ha decretato la morte: soccorso dal 118, poco dopo il ricovero in ospedale, al Sant’Anna di Cona, è morto.

Mauro e Giuseppe Di Gaetano, questi i nomi dei titolari del bar, sono adesso in stato di fermo, accusati di omicidio (il primo) e tentato omicidio (il secondo). Ma qual era la “colpa” dei due, agli occhi del 42enne, così grave da determinare il tentativo di incendio del bar? Perchè armarsi di una tanica incendiaria per radere al suolo un locale pubblico?

 

Davide Buzzi, la vittima – Photo web source

La morte del figlio

La “colpa”, se di colpa può parlarsi, agli occhi di Buzzi era una sola: i due baristi non avevano avuto la prontezza di allertare i soccorsi (la sera del 12 agosto) quando il figlio acquisito aveva accusato un malore proprio davanti all’insegna del Big Town. Il ragazzo, poco dopo la mezzanotte, era entrato nel bar gestito dalla famiglia Di Gaetano, per uscirne qualche minuto dopo, accasciandosi al suolo: chiamati i soccorsi, il 19enne era stato trasportato in codice rosso, ma in ospedale era arrivato ormai morto.

Dagli esami effettuati, pare che il ragazzo avesse assunto cocaina: gli stupefacenti avrebbero aggravato una situazione clinica pregressa, un difetto cardiaco congenito, che ne avrebbbe dunque causato il decesso. Dunque, alla base della tragedia, una fatalità, non una colpa dei gestori del bar: ma Buzzi non sentiva ragioni.

Omicidio al Big Town – Photo web sorce

Un uomo disperato

Difatti non era la prima volta che l’uomo provava a vendicare il figlio, ricordarne con violenza la morte: qualche settimana orsono il quarantaduenne aveva cercato di farsi giustizia da solo, minacciando i Di Gaetano; in più, aveva aggredito un uomo che riteneva essere lo spacciatore da cui si riforniva il figlio. La scena aveva attirato le forze dell’ordine, che a fatica erano riusciti a calmare Buzzi: l’uomo era così disperato ed affranto, che non si è arreso all’evidenza della fatalità. Così nasce l’idea della vendetta, della distruzione del bar, che ha portato al suo omicidio: la disperazione ha però generato soltanto ulteriore dolore.

Published by
Marco Catizone