Tra amori, guai giudiziari ed immani tragedie Polanski è arrivato alle 90 primavere. Tutto ciò che c’è da sapere sul regista franco-polacco.
Perché, nonostante tutto, di Polanski si può e si deve continuare a parlare.
90 tormentati anni
Agosto è mese ricco di compleanni VIP. Dopo Madonna e Robert De Niro oggi è la volta di Roman Polanski, uno dei personaggi più divisivi del panorama artistico mondiale. Se da un lato non gli si può non riconoscere un immenso talento nella regia dall’altro non si può soprassedere su alcuni eventi che lo hanno visto protagonista in negativo. E, in realtà, non andrebbero neanche dimenticati i drammi che ha vissuto.
Una vita difficile
Polanski ha avuto una vita costellata da immani tragedie. La prima in ordine di tempo è la reclusione nei campi di concentramento dei suoi genitori: la madre non ne uscì viva, il padre miracolosamente sopravvisse. Ma l’evento in assoluto più scioccante della sua vita è legato ad uno dei massacri più famosi della storia: il massacro di Cielo Drive compiuto dalla setta di Charles Manson.
Per i pochissimi che non lo sapessero riassumeremo la tristissima vicenda: è il sera del 9 agosto 1969. Al numero 10050 di Cielo Drive è in corso una cena tra amici. La padrona di casa Sharon Tate, attrice di successo e moglie di Polanski, è incinta di otto mesi. Il marito è assente perché impegnato per lavoro a Londra. Nel corso della serata alcuni membri della Manson Family fanno irruzione nella villa e massacrano tutti accanendosi soprattutto sulla Tate. Non sopravvisse nessuno. Secondo alcune teorie “La family” aveva puntato la villa di Polanski proprio per uccidere lui.
Stupri e #MeToo
Purtroppo però Polanski è balzato agli onori della cronaca anche per alcuni eventi assai scabroso. Il più famoso è il processo per stupro ai danni di una minorenne che infiammò gli Stati Uniti a metà degli anni Settanta. Da quel momento Polanski non solo non è più tornato negli USA ma è stato accusato di violenza da almeno altre 5 donne. Tutto ciò lo ha reso particolarmente odioso alle sostenitrici del movimento #MeToo che, nei fatti, gli boicottò nel 2019 il bel lungometraggio L’ufficiale e la spia.
Suoi alcuni dei film più belli in assoluto
Nonostante tutto però a Polanski va attribuito il merito di aver fatto la storia del cinema. C’era lui dietro la macchina da presa di capolavori assoluti come Il pianista, Oliver Twist, Carnage ma anche gli iconici Rosemary’s baby, La Venere in pelliccia e La nona porta. Il suo è uno stile inconfondibile. A Polanski piace scavare nelle viscere dei suoi personaggi riuscendo a rendere drammaticamente interessanti anche fatti solo apparentemente banali della vita quotidiana.
E’ probabilmente uno dei pochi registi ad aver indagato a fondo ed in maniera magistrale i temi dell’oscurità, della claustrofobia e dei rapporti umani giudicati da lui in maniera decisamente negativa e pessimistica. Insomma se ci sarebbero vari e validi motivi per condannare l’uomo ci sono altrettanti validi motivi per celebrare l’artista.