La morte improvvisa, i familiari a lutto, i fans senza parole: Andrea Purgatori ci aveva abituato ai misteri, ma anche alla loro soluzione.
Per la sua dipartita, non è stata ancora trovata la causa: la parola fine è ancora un’ipotesi peregrina; sappiamo che è morto, ma non sappiamo come. O meglio, quale è stata la causa effettiva.
I risultati dell’autopsia disposta sul corpo del noto giornalista, sceneggiatore e saggista, spentosi a Roma lo scorso 19 luglio sembrerebbero supportare l’ipotesi avanzata dai familiari, ovvero le ischemie celebrali come causa primaria del decesso. I legali della famiglia Purgatori difatti hanno affermato che “Purgatori sarebbe stato colpito da ischemie cerebrali, ma solamente dopo il termine di tutte le operazioni autoptiche sarà possibile confermare o smentire ogni ipotesi”.
I primi esami avrebbero confermato la presenza di masse ematiche all’interno di ampli settori dell’encefalo: la teoria delle metastasi tumorali non aveva mai del tutto convinto i congiunti, che hanno visto il progressivo aggravamento del giornalista subito dopo aver intrapreso le cure radioterapiche.
Le risposte definitive verranno, ma si dovrà attendere il prossimo 6 settembre, quando verranno depositati i risultati di altre perizie, si spera esaustive: ulteriori step necessari, per giungere alla certezza, alla soluzione del caso: ancora incerta l’eziopatogenesi delle ischemie, nessuno ancora sa se siano frutto di una diagnosi e di una consegue terapia errata, oppure soltanto conseguenze inevitabili di una malattia oncologica radicale ed incurabile.
Se l’esito di queste prime analisi trovasse fondamento anche successivamente, si confermerebbero i sospetti relativi ad una errata somministrazione radioterapica, le cui conseguenze sono risultate fatali per il noto conduttore della trasmissione “Atlantide”.
Dunque si dovrà attendere per sapere con certezza se a causare la morte d Andrea Purgatori è stata una cura errata oppure la progressione improvvisa di un tumore in metastasi: del resto possibile che patologie oncologiche siano in relazione con attacchi ischemici improvvisi. Secondo della Società Europea per la Medicina Oncologica (anno 2017), nel 45% dei casi una diagnosi di cancro è giunta nei 6 mesi successivi ad un evento cardiovascolare acuto (tra cui rientrano le ischemie celebrali); inoltre, nel 62% dei casi, la neoplasia si è manifestata con metastasi o in fase localmente avanzata.
Presto per dire quale sia stata l’univoca causa della morte del giornalista: fattori associati, dall’analisi multivariata, portano a concludere che la soluzione sia più complessa di quanto possa sembrare. Tradotto, avremo una sicura battaglia legale in tribunale per stabilire cosa ha ucciso Purgatori: il mistero, degno d’un medical thriller, è ancora fitto, la verità per ora dovrà attendere.