Gli States nasconderebbero un programma top secret per lo studio degli UFO (Unidentified Flying Object): questo almeno a sentire il Maggiore David Grusch, ex agente dell’intelligence dell’Areonautica U.S.A.
Nel corso di un’audizione innanzi alla Commissione di Controllo della Camera dei Rappresentanti oltre a Grush sono stati ascoltati anche due veterani dell’esercito, i quali avrebbero avvistato nel corso della loro carriera “oggetti volanti non identificati”, appunto U.F.O., avendo assistito a U.A.P., ovvero “fenomeni aerei non identificati” (Unidentified Aerial Phenomena).
“Il popolo americano merita la verità”, ha sottolineato il deputato repubblicano Tim Burchett: per questo si è tenuta una sessione pubblica, proprio per consentire al Congresso americano di acquisire ulteriori informazioni in merito; del resto sono decenni che in USA si dibatte sull’esistenza o meno degli UFO, questione considerata alla stregua di una vera e propria minaccia alla sicurezza nazionale. Grusch, definito dalla stampa “la talpa UFO”, ha riferito che nel 2019 ricevette una richiesta dall’unità U.A.P. per l’ identificazione di ogni programma relativo alle attività extraterrestri.
“Fui informato di un programma che andava avanti da decenni per il recupero e lo studio di rottami di U.A.P., al quale mi fu negato l’accesso”, ha riferito l’ex ufficiale: secondo il Maggiore, probabilmente gli U.S.A. sono a conoscenza di attività “extra-umane” a partire dagli anni ’30 del Novecento.
Il Dipartimento della Difesa ha recisamente smentito le accuse di Grusch, per il quale è in corso un depistaggio governativo sugli UFO: la portavoce del Pentagono, Mrs. Sue Gough, ha affermato che non sussiste “alcuna informazione verificabile” per supportare l’esistenza di programmi riguardanti “il possesso o lo studio dell’ingegneria di materiali extraterrestri”. L’audizione ha messo in luce che gli Stati Uniti sarebbero dunque in possesso di “astronavi aliene”, “resti biologici non umani” e reperti forse alieni nelle aree in cui le astronavi non identificate si sarebbero schiantate.
A circa 200 km a nord di Las Vegas si trova una strada sterrata fuori dalle mappe: sebbene non sia visibile alcun edificio nelle vicinanze, il percorso conduce al cosiddetto “Homey Airport”, come viene indicato dall’aviazione civile americana. I complottisti d.o.c. sanno che questa strada porta ad una base militare conosciuta con diversi nomi: Paradise Ranch, Watertown, Dreamland Resort, The Ranch, etc.
Quando la C.I.A. iniziò lo sviluppo di veicoli spia da ricognizione durante la Cold War con l‘U.R.S.S., l’allora direttore Richard Bissell Jr. volle testare una base per costruire e testare i prototipi: nel 1955, fu scelto appunto l’isolato campo di aviazione di Groom Lake. La Commissione per l’energia atomica etichettò poi il sito come “Area 51”.
L’associazione dell’Area 51 con gli alieni è nata indi nel 1989, dopo che un certo Robert Lazar, affermò pubblicamente che nell’Area 51 si trovavano e venivano studiate astronavi aliene: il suo lavoro consisteva nel ricrearne la tecnologia per uso militare. In effetti all’epoca, gli ingegneri dell’Area 51 stavano studiando e sviluppando aerei molto avanzati, ma si trattava pur sempre di tecnologia terrestre, seppur proveniente da altri Paesi (e non dallo spazio).
Dunque, quale la verità sugli UFO? Al momento nessuna certezza, soltanto numerosi sospetti: del resto gli Americani son famosi per “ricreare” a loro piacimento la verità storica. Che sia accaduto anche per gli alieni? Ai posteri, la sentenza.