Al via il campionato mondiale di calcio femminile: si parte il 20 luglio, fino alla fine di agosto. 32 le nazionali partecipanti, l’edizione mondiale più affollata di sempre.
Sul manto erboso si sfideranno le migliori nazionali in circolazione, con gli U.S.A. (vincitori delle ultime due edizioni) osservati speciali.
I Mondiali in rosa offrono spunti di riflessione notevoli: crescita del movimento vertiginosa, nazionali sempre più competitive, l’Italia che ormai partecipa a questa manifestazione solo nella sua declinazione femminile; gli uomini difatti mancano all’appuntamento più agognato addirittura dal 2014 (vergognoso!). In netta controtendenza il cammino delle donne, con l’Italia rosa ritornata al Mondiale nel 2019, confermandosi poi anche per l’edizione di quest’anno: le Nostre sono inserite in un girone non impossibile, con Argentina, Svezia e Sud Africa, il che potrebbe farci sperare nel passaggio del tuno (obiettivo minimo della Nazionale targata Bertolini).
Ultima chiamata per molte veterane, l’ossatura del gruppo che si presenta in Australia e Nuova Zelanda: giocatrici come Bonansea, Girelli, Giacinti, Linari, Cernoia, hanno fatto la storia del calcio femminile più recente, rappresentando ancora una garanzia per la nostra Nazionale. Ma la Bertolini ha voluto iniziare fin d’ora il ricambio generazionale, escludendo ad esempio Sara Gama dalle convocate: nella lista delle ventitré ci sono adesso giovanissime come Emma Severini (classe 2003), Chiara Beccari (2004), Giulia Dragoni (2006).
Nel 2019, le Azzurre vennero eliminate ai quarti di finale dalle Olandesi: ma fu un risultato eccezionale, sia per la Nazionale, che per tutto il movimento, rappresentando un vero e proprio spartiacque per il versante femminile del nostro calcio. Per questo il Mondiale in partenza oggi rappresenta un importante tassello per capire a che punto è la crescita del calcio femminile in Italia: attorno alla Nazionale tutto è migliorato, anche grazie allo status professionale delle atlete raggiunto nel 2022. Del resto il livello del campionato, sempre più attrattivo anche per le straniere, è sempre più competitivo: basti pensare all’ottimo cammino della Roma in Champions League, con l’idea (finalmente!) che il calcio delle donne non sia più uno sport di livello inferiore.
l calcio in Italia ha smesso di avere genere, con le donne che finalmente si sono prese i loro spazi: del resto, il numero di tesseramenti femminili FIGC (tra il 2008 e il 2022) è cresciuto del 94 per cento. Un boom oggettivo, che da un lato evidenzia come la cultura calcistica stia cambiando, con l’accesso delle ragazze reso più semplice, e dall’altro avrà l’ulteriore conseguenza di migliorare l’intero movimento nazionale. Per finire, i risultati della Nazionale e delle squadre italiane a livello europeo hanno fatto il resto, mettendo finalmente il calcio in rosa al centro della mappa sportiva del nostro Paese. Non resta che tifare a squarciagola adesso.