Dopo l’amarezza dell’Under 20, che ha stupito il mondo fino alla debacle finale, con l’Italia Under 19 ci riprendiamo finalmente l’Europa.
Il calcio italiano può fidarsi dei propri giovani? Saranno loro il futuro del movimento?
Ma prima di tutto, la vera domanda è: si fida il Calcio dei suoi ragazzi? A giudicare dalla realtà, non deformata dai fumi del trionfo, le aspettative non son rosee; il mercato per ora latita, il campionato li snobba, con pochissimo spazio riservato e minutaggio alquanto scarso. Qualcosa in effetti non torna: Coni e FIGC lodano l’impresa, si sperticano cum laude, si spellano per gli applausi, celebrando la cavalcata vincente, con la nuova Italia multietnica, l’Azzurro divenuto arcobaleno, che vince e stra-convince, eppure. Eppure: perchè non vediamo questi giovani, i loro nomi (Hasa, Ndour, Kayode, Koleosho, etc.) esaltati dagli speakers negli stadi italici? Perchè i maggiori club non investono sul loro talento, ormai certificato?
Luis Hasa è di stanza alla Juventus da sempre, molti son certi che a Torino troverà casa nella serie C con l’Under 23: di origine albanese, domina lo spazio in verticale; davanti sa cosa fare, svaria sul fronte d’attacco, è un jolly tuttofare. Poi abbiamo Cher Ndour, 1,90 di massa a presidiare il centrocampo: a lui si è interessato il Paris Saint Germain degli sceicchi, dopo aver vinto la Youth League con la maglia del Benfica. Michael Kayode è invece il giocatore che ha deciso con la sua zampata la finale col Portogallo: di casa a Firenze, Mr. Vincenzo Italiano ha il compito di esaltarne possibilità e talento.
L’Italia di Bollini è sulla vetta d’Europa grazie alle prestazioni dei suoi giovani atleti: le parate attente di Mastrantonio, vivaio romano e romanista, in prestito alla Triestina; alla mobilità di Missori, qualche presenza in massima serie con la Roma, ora in forza al Sassuolo; alla tempra dei cugini Lorenzo e Alessandro Dellavalle, juventino il primo, il secondo torinese; alla sapida regia di Faticanti, alla saggezza di Pisilli, alla velocità di Vignato, 5 presenze nel miracolo Monza di Mr. Palladino.
Venti anni son passati, da quando l’Europeo Under 19 fu conquistato da altri Azzurrini: era la nazionale di Chiellini, Pazzini, Aquilani, Padoin, etc. Quattro lustri dopo, ecco i nuovi giovani, un ragazzi che chiede fiducia, spazio, possibilità: chi avrà il coraggio di scommettere sul loro talento di certo non avrà garanzie, ma una prospettiva sicura, per un domani neanche troppo lontano. E del resto scommettere sui ventenni di oggi dovrebbe essere un imperativo categorico, per tutti quei settori dove il ricambio continuo è all’ordine del giorno.