Crollare+al+traguardo%3A+la+triste+storia+delle+finali+non+vinte
titanotodaycom
/2023/06/18/crollare-al-traguardo-la-triste-storia-delle-finali-non-vinte/amp/
Sport

Crollare al traguardo: la triste storia delle finali non vinte

Tre finali europee buttate alle ortiche, una finale del mondo under 20 persa all’ ’85esimo, più una semifinale di Nations League regalata alla Spagna: il bottino italiano è decisamente sotto zero. 

Lautaro Martinez in lacrime – Photo web source

Eravamo partiti come il campionato più rappresentato in Europa del 2023 e ci siamo risvegliati come quello più battuto in finale, un vero record, se aggiungiamo alle sconfitte di Inter, Roma e Fiorentina, anche quella della Nazionale Under 20: un colpo di spugna sul cammino delle italiane, che fino all’ultimo atto s’erano magnificamente comportate.

Tre finali, più una

Tre squadre di club ed una nazionale in finale di coppa non devono ingannare: stagione forse irripetibile (nel bene e nel male), con risultati fino all’ultimo lusinghieri, che potrebbero suggerire una nuovelle vague del calcio nostrano, eppure.  Eppure non è propriamente così: il calcio italiano, dagli anni d’oro, gli scintillanti anni Novanta (ma pure la coda dei Duemila), non ha fatto significativi passi in avanti: le finali conquistate (e non vinte) rappresentano sì una parziale affermazione, ma un’affermazione è duratura se arriva a livello generale, sistemico, non sporadico . Ergo, siamo nel momento che coglie l’attimo, l’anomalia di un sistema ingrigito, incapace di produrre una mentalità vincente reiterata nel tempo.

Vero è che la competitività si è diffusa, negli ultimi campionati, ed è stato certamente un bene: dopo anni consecutivi di scudetti monocole (il “bianconero”), nelle ultime tre stagioni la Serie A ha registrato tre squadre diverse al comando della classifica finale: e se la nostra massima serie non ha la forza della Premier League, pur tuttavia ne condivide la competitività diffusa, anche se economie di scala differenti.

Livello in crescita (forse)

Maggiore competitività significa un incremento degli standard di tenuta atletica, tattica, organizzativa. All’appello manca la forza mentale, come purtroppo testimoniano proprio le finali disputate: e se per l‘Inter può parlarsi (anche) di sfortuna, con le occasioni gettate via da Lukaku (che quando non è in forma assomiglia ad un paracarro arrugginito), per Fiorentina e Roma si è trattato di un approccio psicologico e tattico completamente errato.  Sappiamo che l’élite del calcio italiano non è la migliore in circolazione, ma è  anche vero che dovrebbe essere abituata oramai a duellare con squadre che hanno raggiunto un buon livello medio (in campionato): eppure non è servito a vincere neanche una finale internazionale.

Calcio italiano – Photo web source

Nazionali k.o.

Anche per le nazionali la palla non gira come dovrebbe: se l‘Under 20 di Carmine Nunziata ha stupito il mondo, giungendo ad un passo dalla consacrazione e perdendo uno a zero in finale contro l’Uruguay, la nazionale di Mancini ha incontrato l’ennesimo stop contro la Spagna: il 2-1 della Roja, quasi alla fine del’incontro (gol di Joselu), ha estromesso gli Azzurri dalla finale di Nations League contro la Croazia. Anche nel 2021, a San Siro, la compagine azzurra perse contro gli iberici per 2-1, mancando la finale: la storia si ripete, con Mancini sempre più desolato e noi italiani (ancora una volta) col morale sotto i tacchi. Anzi, meglio: sotto i tacchetti.

Published by
Marco Catizone