È una truffa vecchia e strausata, ma sono ancora in molti a cadervi vittima. Stiamo parlando della cosiddetta “truffa dello specchietto”.
È un metodo tradizionale che, anche se antico, frutta ancora affari a qualcuno. In particolare, sono tante le denunce che stanno arrivando dalla provincia di Fermo.
Nelle ultime settimane, la vecchia truffa sta mietendo nuove vittime. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta.
Si avvicinano in modo insistente, urtano la tua auto, in particolare lo specchietto. Uno dei due (specchietti) cade ed ecco che ha inizio il copione della sceneggiata. Stiamo parlando della cosiddetta “truffa dello specchietto”. Vecchia come il mondo, ma pur sempre attiva e che frutta denaro alla malavita.
Questa volta, però, un certo accanimento lo si sta vedendo nella zona della provincia di Fermo, nelle Marche. Nel pieno di un’era tecnologica, nella quale viviamo, dove sarebbe più giusto parlare di truffe online, perché sono quelle più in voga, l’attenzione invece torna indietro, alla truffa dello specchietto. Ed ecco che denunce e segnalazioni arrivano a gogò.
Bisogna esser convincenti, far capire al malcapitato che è stato lui a sbagliare e non viceversa, fino a farsi consegnare il denaro dovuto. Qualche giorno fa, è arrivata la prima segnalazione da Porto Sant’Elpidio, dove a cadere vittima della truffa è stato un anziano. l’auto dell’uomo è stata urtata, lui si è fermato, si è guardato attorno ma non ha visto nulla.
Pochi metri più in là, ha trovato un’altra vettura che, lampeggiando, gli ha fatto cenno di fermarsi. Quando l’automobilista ha arrestato la marcia, gli è stato mostrato uno specchietto rotto. Da lì, la truffa ha avuto inizio: l’anziano è stato incolpato di esser stato lui ad urtare l’altra vettura e, di conseguenza, a rompere lo specchietto.
Il truffatore che con insistenza chiede il risarcimento del danno e, soprattutto, vista l’età anziana dell’uomo, lo stesso truffatore, per agevolargli la cosa, gli ha anche mostrato, tramite cellulare, il prezzo di mercato dell’articolo finito in frantumi.
La vittima, non ha intuito subito cosa stava succedendo e che, soprattutto, davanti a lui aveva un truffatore. Subito. Per questo, gli ha chiesto il nome della compagnia di assicurazioni. A questo punto, il truffatore non voleva saperne di compagnie assicurative o di che altro e chiedeva di concludere la storia con un pagamento cash.
L’anziano si è lasciato convincere e non avendo contanti, si è recato ad uno sportello automatico a prelevare denaro, 300 euro che ha poi immediatamente consegnato al malvivente, accompagnato da una donna. Solo rientrando a casa, l’anziano ha compreso di essere stato truffato. Purtroppo, non è riuscito a prendere nemmeno il numero di targa dell’auto “che l’aveva urtato”.
Questo rende molto complesse le ricerche. L’unico indizio certo è che i due viaggiassero a bordo di una Opel Meriva di colore blu.