E’ ufficiale: OpenAi ha lanciato anche in Italia la famosa app anche per alcuni telefoni smartphone. Scopriamo quali.
ChatGpt per smartphone – photo web sourceUna vera e propria rivoluzione tecnologica, col futuro dell’I.A. a portata di mano.
Il futuro in mano
Sarà un notevole passo in avanti nello sviluppo e fruizione dell’intelligenza artificiale, con milioni di utenti che potranno utilizzare i servizi digitali in modo ancora più immediato: come tutte le app per Iphone, ChatGpt andrà scaricata (gratuitamente) dall’App Store, e funzionerà in maniera simile a quanto programmato per la versione web. In soli cinque giorni, negli USA si sono registrati oltre 500 mila download, un record assoluto: se pensiamo che “Truth Social”, il twitter di Trump, ha registrato “solo” 100 mila download fino a marzo-aprile, è decisamente un notevole successo. L’app presenta un’interfaccia intuitivo, simile alla versione per pc, con la cronologia delle conversazioni, e la possibilità di usufruire del potente motore Gpt-4 su abbonamento, per avere risposte più mirate ed in minor tempo: la novità, per gli iPhone, sarà la possibilità di interagire con l’I.A. del bot anche attraverso il canale vocale, con il riconoscimento dello spettro voce, grazie sistema “Whisper” di OpenAi.
Risposte in tempo reale con l’app ChatGpt
Vero è che attualmente l’app è disponibile solo per iPhone, ma la società sta lavorando a tempo di record per ottimizzare la versione anche per il sistema Android, di certo maggiormente diffuso rispetto all’Iphone Apple: “Android è il prossimo sistema in lista”, fanno sapere dalla società che edita ChatGpt, che prevede di commercializzare le estensioni smartphone dell’app in altri 130 paesi. Attualmente, si possono già ottenere risposte alle proprie domande in modo più preciso, veloce ed efficiente, senza dover circumnavigare tra fastidiose pubblicità online, avendo anche la possibilità di ampliare risultati di ricerca, con consigli calibrati su (praticamente) ogni ramo dello scibile umano. Su iPhone era già a disposizione l’icona del motore di ricerca “Bing”, che tra le funzionalità presentava una finestra di dialogo basta su ChapGpt, uan versione però decisamente più elementare ed imprecisa.
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Regolamento in vista
Attualmente, la Commissione Europea sta studiando un documento apposito, probabilmente un regolamento direttamente applicabile negli Stati d’Europa: parliamo del cosiddetto “A.I. Act”, la cui votazione finale è attesa per il mese di giugno. L’atto dovrebbe “costringere” gli sviluppatori dei servizi di intelligenza artificiale a condividere gli elementi sensibili, i dati gestiti, e tutte le info relative alla sicurezza, con i soggetti pubblici interessati ad un controllo di legittimità per i fini prescritti ex lege. L’intelligenza artificiale è dunque già qui, bussando alle nostre porte, ed entrerà nella nostra vita tenendoci per mano, attraverso un “semplice” smartphone.