Omicidio Giulia Tramontano | La verità tra amanti, orrore e suicidio

Particolari agghiaccianti emergono sull’omicidio di Giulia Tramontano. La 29enne incinta di 7 mesi, uccisa dal fidanzato barman che la tradiva.

L’omicida, l’uomo che avrebbe dovuto amarla e con il quale crescere insieme il loro bambino, ha ammesso tutto, continuando, però, a negare la premeditazione.

Omicidio Giulia Tramontano

Inoltre, l’unica forma di pentimento possibile, per l’omicida, secondo quanto riportato dal proprio avvocato, sarebbe eventualmente quella di togliersi la vita.

Omicidio Giulia Tramontano: accoltellata, avvolta in sacchi di plastica e gettata via

Sono agghiaccianti i particolari che, man mano, emergono dalla ricostruzione del triste fatto di cronaca nera di questi giorni: l’omicidio di una ragazza di 29 anni, Giulia, incinta di 7 mesi per mano di chi avrebbe dovuto proteggerla.

A confessare, dopo aver invano cercato di depistare le indagini, proprio il fidanzato Alessandro Impagnatiello. Quando si è visto alle strette, dopo 5 giorni di ricerche ed indagini, ha confessato: “L’ho uccisa io!”.

L’ha uccisa lui, quell’uomo che, mentre, la sua compagna rincasava, da quanto sta emergendo dalle indagini, cercava su internet come fare. Digitava sul motore di ricerca: “come disfarsi di un cadavere in una vasca da bagno” e “come ripulire macchie di bruciato”.

Il 30enne l’ha prima accoltellata, brutalmente, uccidendola nella loro stessa casa. Quando la donna ed il suo bambino in grembo, giacevano oramai esanime, l’omicida ha tentato di bruciare il corpo nel tentativo, non riuscito, di coprire le tracce.

Il corpo della povera vittima, poi, è stato avvolto con dei sacchi di plastica ed alcuni teli che erano presenti nell’appartamento. Trascinato, come spazzatura, dall’appartamento, attraverso le scale della palazzina fino alla macchina, una Volkswagen T-Roc . Abbandonato in una intercapedine di un box, in via Monte Rosa, a meno di mezzo chilometro da casa.

E’ stato questo l’omicidio di Giulia Tramontano. Una storia agghiacciante, un orrore senza fine. L’omicida ha confessato solo quando si è visto alle strette. Rientrato nell’appartamento, sotto sequestro, in via Novella per recuperare alcuni oggetti personali, il giovane carnefice è crollato ed ha deciso di confessare. Solo, però, quando ha visto, la polizia scientifica, fare dei rilievi sulle scale e nelle aree comuni della palazzina.

Giulia Tramontano ritrovamento

Quelle stesse scale sulle quali, nella notte tra sabato e domenica, dopo aver consumato l’efferato omicidio, aveva trascinato quel corpo straziato per disfarsene come di una cosa vecchia. Alessandro Impagnatiello interrogato, poi, nella Caserma di Senago ha confessato.

Ha fatto tutto da solo, senza complici, lo ha ribadito più volte agli inquirenti. Al culmine di un litigio con la fidanzata che, dopo un confronto con l’altra donna, aveva smascherato il tradimento e, soprattutto, aveva capito che entrambe erano state prese in giro e raggirate dall’Impagnatiello.

L’omicida, però, ribadisce che non ci sia stata premeditazione che nulla era stato pianificato. Il Pm, Alessia Menegazzo, titolare delle indagini, però, contesta la premeditazione, proprio per quanto ricostruito e sulle modalità di quanto avvenuto.

L’omicida voleva incontrare anche la sua amante, ora vorrebbe suicidarsi

Nel tentativo di depistare, poi, l’omicida mandava messaggi dal cellulare della vittima. Li ha inviati anche all’altra sua donna, anch’essa ingannata, almeno da quanto sta emergendo in queste ore, ha cercato anche di incontrarla definendosi “un uomo libero”.

La sua amante e collega, però, una 23enne statunitense, spaventata e, soprattutto, trovando strani i messaggi inviatigli dalla donna che aveva incontrato poco prima e con la quale si era confidata, ha deciso di non andare all’appuntamento.

Giulia se n’è andata, scriveva così Impagnatiello alla sua amante, continuando a mentire anche sulla paternità del bimbo che Giulia portava in grembo.

Ora dal carcere milanese di San Vittore, dove è rinchiuso, rispondendo alle domande rispetto alla pericolosità di un tentativo di suicidio, il suo stesso avvocato Sebastiano Sartori ribadisce che “no, può restare in carcere” e che le misure messe a punto dalla struttura sono efficaci.

Per Giulia Tramontano, per il suo bambino ancora non nato, per tutte le donne violate ed uccise, il 7 giugno alle 17.00 in Piazza Plebiscito a Napoli, città di origine della ragazza, si terrà un sit-in per ricordarla e chiedere giustizia ma, soprattutto, prevenzione.

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