Fosse stata una guerra non sarebbe di certo “lampo”. La Roma cede al Siviglia nelle finale di Budapest soltanto ai rigori.
Una partita che entra nella storia del calcio non tanto per il risultato ottenuto sul campo ma per un altro primato.
La cronaca
Il portoghese, mago di fumisterie tattiche e duelli rusticani, mette sul piatto le carte giuste, giocandosi Dybala fin dal primo minuto (l’argentino non era al top) per forzare la partita: la Joya è in palla, la Roma è compatta, il Siviglia abbozza una timida reazione. Gli spalti della Puskas Arena di Budapest sono un girone infernale, ma i ritmi in campo rimangono ancora blandi, con qualche fiammata a ricordare che si sta giocando pur sempre una finale europea. Lo Special One opta per il solito modulo (3-5-2) con i romanisti che alzano e abbassano il baricentro, con pressing alto sugli spagnoli ed arretramenti in copertura per non scoprire il fianco agli avversari, sfruttando gli spazi lasciati liberi.
Il goal della Roma
Il Siviglia nella prima frazione produce poco, si cerca libertà di giro a destra, con Navas e Ocampos, ma è la Roma ad avere la prima occasione colossale sui piedi di Spinazzola che spara una bordata sull’ottimo Bounou, il goleiro degli spagnoli. Dybala si accende, innesta la quarta, si fa trovare pronto. Al 35° Cristante recupera palla a centrocampo, Mancini indovina il filtrante verticale e l’attaccante argentino fulmina il portiere marocchino. Popolo romanista in delirio non solo a Budapest ma anche allo stadio Olimpico.

E il Siviglia? Fino all’ultimo secondo del primo tempo pare non trovare la quadra, con Mou in panchina che invita i suoi ad usare la testa: si registrano due siluri in curva di Torres e Fernando, fino alla rasoiata di Rakitic, il migliore dei suoi, che centra il palo alla sinistra di Rui Patricio. Il primo tempo si chiude dopo 7 minuti di recupero. Questo il primo fattore che contribuirà a far entrare questo match nella storia.
Rigori e polemiche
La ripresa si apre con il Siviglia che butta nella mischia Lamela e Suso. L’ex Milan crea scompiglio nel centrocampo romanista che non prende subito le contromisure adeguate. Al 9° Rakitic imbecca Navas che supera Spinazzola e crossa al centro dove Mancini, nel tentativo di anticipare El Nesyri, batte l’incolpevole Rui Patricio: è l’ 1 a 1. Al 15° balletto tra l’arbitro Taylor ed il Var, con rigore prima assegnato al Siviglia e poi revocato.
Esce l’acciaccato Dybala, dentro anche Belotti. La Roma si riaccende e crea due nuove occasioni, prima con Ibanez che non trova la porta dopo una mischia, e poi con Belotti fermato in angolo dall’ottimo Bounou. All’82° mani in area di Fernando su cross di Spinazzola non ritenuto degno di nota dall’arbitro e dal VAR. Mourihno si inferocisce contro Taylor che affronterà a muso duro nel post partita. La partita si chiude così dopo altri 6 minuti di recupero. e con quelli del primo tempo fanno 13.
I Supplementari
Il Match si trascina come i calciatori sempre più vittime di crampi per la grande fatica. L’ultima grande occasione è ancora per la Roma con la traversa di Smalling proprio allo scadere del secondo supplementare: non è destino, si va ai rigori dopo una battaglia durata ben 146 minuti recuperi compresi.
Ai rigori non c’è storia sbagliano Mancini e Ibanez. Torna una momentanea speranza quando Rui Patricio para il rigore di Montiel ma Taylor dice che non va bene. Il portiere della Roma non era sulla linea di porta, si ripete. Il calciatore argentino, che aveva già calciato un rigore decisivo in una finale, quella mondiale di Lusail, non sbaglia e regala la coppa al Siviglia.

Montiel e la partita dei record
Il Siviglia è sempre più padrone della Europa League portando a casa la sua settima coppa in sette finali giocate, un vero primato per il team andaluso. Primo trofeo per il suo allenatore José Luis Mendilibar, chiamato alla guida di una squadra da salvare da pochi mesi con un contratto semestrale.
Siviglia-Roma verrà ricordata con gioia o con rammarico dalle opposte tifoserie ma per gli annali del calcio questa passa alla storia come la finale più lunga mai giocata. É iniziata nel mese di maggio e finita in quello di Giugno con ben 146 i minuti giocati. Un primato che apparteneva all’atto conclusivo dei tanto discussi mondiali del Qatar tra Francia ed Argentina. Un match epico e risolto ai rigori proprio dallo stesso Gonzalo Ariel Montiel vincitore match winner di due coppe in meno di 6 mesi, forse un record anche questo.