Divorzio Totti- Blasi, ennesimo colpo al cuore per i fan dei due ex sovrani de Roma: a rimetterci adesso sono i bambini del Centro Sportivo.
Roba che la “Guerra dei Roses” è un piccolo screzio mattutino targato Walt Disney: torna a far discutere la separazione più chiacchierata dai tempi di Marilyn Monroe e Joe DiMaggio.
L’ultimo capitolo della saga made in Colosseum, dopo strascichi tribunalizi, querele a pacchi, vajassate da piccolo schermo, Rolex spariti e borsette-a-pajettes sottratte (manco fosse una diatriba tra pesciaroli), l’attenzione dei bookmakers (a chi cederanno per primo i nervi?) si sposta adesso sul centro calcistico della Longarina. E’ lotta all’ultimo scippo, da provincialotti rosiconi, e a farne le spese sono stati i piccoli calciatori che ogni giorno frequentano il “Totti center”.
Cancelli sprangati, genitori imbufaliti, bambini in lacrime e carabinieri in ambasce. Tutto il piano sequenza per una vanzinata coi fiocchi. Eppure il Tribunale di Roma aveva fatto segnare un punto a favore del Pupone, in merito: Totti aveva avuto il via libera a rientrare in possesso del centro della Longarina, gestito dal clan Blasi, prima della tempesta shakespeariana abbattutasi sui due.
La lite ha travalicato le aule giudiziarie, riversandosi sul verde erboso dei campi sportivi. In modo improvviso ed arbitrario, infatti, il centro della Longarina è stato sbarrato con tanto di catenaccio (non in senso tattico, stavolta), impedendo l’ingresso ai calciatori ed alle loro famiglie: imputato, il gestore dell’impianto, che ha tenuto fuori dagli spogliatoi i piccoli in lacrime, già pronti in calzoncini per entrare in campo. Fuori un semplice cartello, ad indicare che gli allenamenti si sarebbero svolti ai Campi dell’Ostiamare, a qualche chilometro di distanza. I genitori, ovviamente, hanno protestato, con toni alti, pugni alle reti esterne, minacce di querele ed arrivo dei carabinieri a sirene spiegate.
All’imprevista bagarre è seguito un annuncio ufficiale da parte della società di Totti, dopo i numerosi tentativi dei genitori basiti, attaccati ai cellulari per comunicare quanto stava avvenendo: “La s.s.d. a.r.l. Totti Soccer School, informa i suoi tesserati e le rispettive famiglie che oggi, in maniera totalmente arbitraria ed in assenza di un provvedimento dell’Autorità giudiziaria, è stato chiuso ed impedito l’accesso ai campi e agli spogliatoi da parte del gestore dell’impianto”.
Dunque una chiusura immotivata e non concordata con la stessa società, che (in chiusura dell’avviso) sottolineava polemicamente come “la proprietà del centro sportivo Totti Soccer School e’ e rimane in capo alla famiglia Totti”. Come dire? Uno a zero per il Pupone, ma la partita pare ancora lunga (e i bambini stanno a guardare).