L’ictus cerebrale nel mondo fa sempre più vittime: i decessi per questa patologia ammontano ormai a più di 3 milioni.
La sua forma più comune, l’ictus ischemico, provoca la morte di milioni di persone ogni anno: da 2 milioni di casi all’inizio degli anni ’90 si è passati a 3,2 milioni nel 2019.
Scienziati internazionali concordano che nei prossimi anni si prevederà un ulteriore aumento percentuale dei casi di ischemia celebrale letale, il che è frustrante visto che l’ictus ischemico può prevenirsi, in primis adottando uno stile di vita sano, facendo moto e riducendo l’apporto di grassi, zuccheri e sale in eccesso. Sono proprio i fattori legati alla vita quotidiana, agli eccessi alimentari, al consumo di sigarette ed alcolici, a stabilire una fatale combinazione tra abitudini errate ed ereditarietà familiare: l’unione di fattori legati allo stile di vita, come il fumo e una dieta ad alto contenuto di sale, insieme ad altri fattori come l’ipertensione e il sovrappeso, può portare ad un aumento del rischio di ictus nella fascia d’età over 50.
L’ictus cerebrale è di norma causato dall‘improvvisa chiusura o rottura di un vaso encefalico, cui consegue un danno per le cellule cerebrali causato dalla privazione dei nutrimenti portati dal sangue ( parliamo di ischemia) o alla compressione delle aree dovuta all’emorragia ematica (emorragia cerebrale). I sintomi sono debolezza improvvisa, annebbiamento della vista, afasia, formicolio agli arti e mancanza di sensibilità in braccia o gamba, solitamente unilaterale. L’improvvisa chiusura di un vaso o la riduzione del suo lume possono essere causati da emboli che partono da placche di aterosclerosi alla base del collo (carotidi) o dall’occlusione dei piccoli vasi interni al cervello stesso.
L’ictus in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo patologie cardiovascolari e neoplasie, divenendo la prima causa di disabilità invalidante. Ogni anno, più o meno 185.000 persone vengono colpite da ischemia cerebrale: l’incidenza è proporzionale all’età dei pazienti, bassa fino a 40-45 anni, per poi aumentare gradualmente, elevandosi ulteriormente dopo i 70 anni. Per il 75% dei casi un ictus colpisce persone di oltre 65 anni, con un’incidenza media di circa 220 casi su 100.000 abitanti, per poi raggiungere i 280 casi nella popolazione ultra-ottantenne.
Il 10-20% delle persone colpite per la prima volta muore entro un mese, un altro 10% entro il primo anno dall’episodio ischemico. Elevato è il costo causato dall’invalidità, sia in termini sociali che economici: le necessità di ricovero possono permanere per lungo tempo dopo un evento, con la necessità di ricovero in strutture specifiche, perdita del lavoro, nuovi impegni per le famiglie, etc. Un duro “colpo” per tutti, ed ecco spiegata l’importanza della prevenzione nella riduzione del rischio socio-sanitario connesso a questa temibile patologia.