Motti e Proverbi sono delle piccole frasi che aiutano chi le pronuncia ad esprimere dei concetti ampi. Ogni lingua ha i suoi.

Ma alcuni proverbi in italiano sono stati tramandati in modo sbagliato!
Cosa sono i proverbi?
I proverbi sono frasi che esprimono, in maniera sintetica, un pensiero o una norma che derivano dall’esperienza. I proverbi insomma vogliono insegnare o consigliare qualcosa. Ne esistono tantissimi e, ovviamente, sono praticamente tutti frutto di saggezza popolare e tutti tramandati principalmente oralmente. Ecco perché in qualche caso è accaduto che nel passaggio di bocca in bocca e di generazione in generazione alcuni di questi proverbi abbiano subito delle modifiche. Qui ve ne propongo alcuni esempi.
Piantare in Asso
Partiamo dalla classica “piantare in asso qualcuno”. Questo modo di dire in effetti avrebbe un suo senso. Potrebbe riferirsi a qualche gioco di carte. La verità è un’altra: non si dice piantare in asso ma Piantare in Nasso. Questo modo di dire affonda le sue origini nel mito di Teseo e, in particolar modo, nell’episodio dedicato all’abbandono di Arianna. Dopo averla salvata dal Minotauro, infatti, Teseo porta la bella principessa, che nel frattempo si è innamorata di lui, sull’isola di Nasso e lì la abbandona mentre lei sta dormendo.
Fa tremare i polsi
Lasciamo Teseo e facciamo un balzo temporale in avanti di parecchi secoli. Verona, anno del Signore 1314. Dante Alighieri da alle stampe l’Inferno la prima delle tre cantiche di cui si compone la sua Commedia (battezzata Divina da Giovanni Boccaccio). Proprio nel canto d’esordio di questa si trova un’espressione che non è “mi fa tremare i polsi” (non avrebbe molto senso associare il tremolio dei polsi alla forte paura, non trovate?) ma è “ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi“.
Non ti curar di loro ma guarda e passa
Anche questo modo di dire è una storpiatura che viene dritta dritta dall’Inferno dantesco. Il verso originale, che ritroviamo nel Canto III, è: “non ragioniam di lor, ma guarda e passa“. Giusta o sbagliata che sia la citazione poco importa: ne condividiamo in toto il contenuto. Questo modo di dire, infatti, è un invito a tener di poco conto le calunnie e le maldicenze.
Le tre civette sul comò
Ebbene si, è uno choc dal quale difficilmente ci si riprende. Conoscerete tutti la filastrocca Ambarabaciccicoccò. Quella in cui ad un certo punto compaiono tre civette su un comò. Mi dispiace deludervi ma le tre civette non facevano l’amore con la figlia del dottore! Possibile che a nessuno di noi sia mai venuto in mente che la zoofilia, di solito, non è contemplata tra gli argomenti di cui trattano le filastrocche?!? E allora cosa fanno queste tre civette? Semplice: facevano TERRORE! Ora ha molto più senso, vero?