Gli effetti della pandemia covid si sentono anche a scuola, in classe: gli studenti italiani indietro di 20 anni in lettura e apprendimento.
Il long-covid fa sentire i suoi tentacoli sul corpo studentesco, lasciando strascichi notevoli: nel nostro Paese, all’ultimo rilevamento Invalsi, gli studenti ottengono un punteggio medio decisamente inferiore (11 punti in meno rispetto a quanto rilevato 5 anni prima).
Risultati in linea con le aspettative…di venti anni fa! Ovvero adeguati a quanto registrato dalle prove Pirls 2001 ( le prove Invalsi relative alla lettura e comprensione di un testo). Invero il punteggio registrato, rapportato agli esiti del 2021, dimostra che gli studenti della quarta classe primaria hanno comunque riportato un dato di 537 punti, superiore alla media europea: solo i ragazzi finlandesi e polacchi (a parimerito, 549 punti), fanno meglio. Questo lo si poteva intuire, dato che i risultati sono consolidati nel tempo ed i nostri studenti delle elementari si piazzano ai primi posti per apprendimento a livello mondiale. I problemi nascono tra i ragazzi più grandi.
Come sovente accade, abbiamo un’Italia a due velocità: in 15 anni il divario Nord-Sud anche per quanto concerne l’apprendimento scolastico, ha registrato una frattura insanabile. Lo studio Pirls 2001 evidenzia come al Nord i ragazzi conseguano migliori risultati nella lettura e nella comprensione elementare di un testo scritto, mentre al Sud si fatica, con punteggi al di sotto della media nazionale: ed il covid, da ultimo, non ha fatto altro che ampliare maggiormente questo divario.
I numeri parlano chiaro: tra le due aree che conseguono il risultato migliore (Nord Ovest) e quello più basso (Sud Isole), la differenza in termini di punteggio è addirittura triplicata, con 36 punti raggiunti nel 2021, rispetto ai 12 del 2006.
E non è tutto: dimostrato che gli studenti che si privano dei device digitali per le loro attività scolastiche ottengono migliori risultati nella lettura, segno che i deficit di attenzione si consolidano quando si smanetta di più. Altro dato interessante, anche se non sorprendente, riguarda il gap di gender in lettura tra ragazzi e ragazze: dall’indagine Pirls 2021 risulta che le bambine di 9 anni hanno una abilità decisamente superiore ai maschi. Alla faccia della parità di genere.
Altra “sorpresa” consolidata: come a livello internazionale, così anche nel Belpaese gli studenti delle scuole meno degradate fanno registrare risultati migliori in termini di apprendimento e lettura (+ 20 punti), rispetto a quelli delle scuole con problemi socio-culturali moderati o seri. E tanto per esser originali, il Sud registra una differenza ancora più marcata: gli studenti delle scuole “senza problemi” hanno ottenuto miglior piazzamento (+ 40 punti), rispetto a quelli che frequentano scuole in territori disagiati. A dimostrazione che la scuola, da sola, miracoli non può farne.