Una bella serata di dibattito organizzata dalla Giunta di Castello di Serravalle. In questa occasione, intervenendo al seminario pubblico “il clima cambia… e noi?”, il meteorologo Pierluigi Randi ha rilanciato l’allarme sui mutamenti climatici.
Secondo Randi, infatti, rimarrebbe giusto un decennio per intervenire prima che sia poi troppo tardi.
Che i mutamenti climatici stiano sempre di più andando ad incidere sulle nostre vite e sulla tenuta del pianeta, stesso, è un dato, oramai, acclarato. Non è un caso, infatti, che vengano organizzati dei seminari del genere nei quali ci si interroga e, soprattutto, si cerca di dare qualche risposta concreta. Ognuno ha, però, una sua sensibilità, con questa serata, però, la Giunta di Castello di Serravalle ha dimostrato di averne tanta di sensibilità nei confronti di questo tema non più rimandabile.
Non potevano bastare, del resto, le forti e copiose piogge delle ultime 24 ore a segnare una inversione di tendenza. L’acqua piovana che, sicuramente, è andata a portare una boccata di ossigeno alle falde acquifere sia sammarinesi che italiane, è stata di certo una benedizione. In meno di 24 ore, infatti, lo stesso livello del Po è salito di oltre mezzo metro. Cosa, questa, non trascurabile viste le tendenze degli ultimi anni.
Non solo buone notizie, però, anche perché ora a preoccupare e non poco sono le bombe d’acqua, fenomeno atmosferico con il quale siamo abituati a fare i conti negli ultimi anni, sempre più frequenti e pericolose. Preoccupa anche la grandine fuori stagione che va a creare danni irreparabile all’agricoltura. Sono, soprattutto, le coltivazioni a risentire di questi fenomeni atmosferici che, spesso, finiscono col distruggerle del tutto.
Proprio di questi fenomeni estremi, dei mutamenti climatici e dei rischi a cui si va incontro si è parlato nel seminario organizzato dalla Giunta di Castello di Serravalle. Il meteorologo Pierluigi Randi, in particolare, è stato al centro del dibattito. Il divulgatore in campo meteorologico, infatti, non solo si è limitato a sottolineare la profonda crisi climatica che viviamo e quanto questa potrebbe compromettere irreversibilmente il pianeta, bensì ha puntato i riflettori anche su quanto noi singolarmente e nel quotidiano potremmo fare affinché si scongiuri una ipotesi del genere.
Combattere i mutamenti climatici, infatti, da quanto affermato dal presidente dell’associazione “Meteo professionisti”, non è una scienza che deve esserci calata dall’alto ma, piuttosto, una pratica nel quotidiano che ognuno di noi può mettere in atto affinché questa profonda crisi segni una importante inversione di tendenza. Secondo Randi, anche se oramai da più voci si leva questo coro, il tempo a nostra disposizione per recuperare è poco e sta finendo. Sarebbero, infatti, dieci anni quelli ancora disponibili alla comunità internazionale per intervenire in maniera concreta. Randi, poi, si rammarica quando afferma che sono tanti gli allarmi lanciati il cui messaggio, però, non è stato ancora recepito.