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Colossal Laboratories & Biosciences: riporterà in vita il dodo

Un progetto che ha dell’incredibile al limite dell’assurdo e di sicuro uno dei più ambiziosi di quest’ultimo secolo. Una azienda americana la Colossal Laboratories & Biosciences riporterà in vita il dodo. Il dodo è un uccello estinto da più di trecento anni a causa dell’uomo. Un processo di de-estinzione, quindi, dal costo di 150 milioni di dollari che ha davvero del sensazionale.

Ebbene si somiglia quasi al film Jurassic Park ed, infatti, molto di quanto andremo a descrivere, sembra proprio richiamare quanto avvenuto nella pellicola cinematografica del 1993. Riportare in vita il dodo sarebbe, dunque, possibile grazie al ricorso alla nuova tecnologia di ingegneria genetica denominata CRISPR cas-9. Questa tecnica non sarebbe altro che la capacità di modificare il DNA.

Origini e storia del dodo

Facciamo, però, un passo indietro, anzi più di uno. Il dodo era un uccello, un abitante delle Isole Mauritios, in Africa, a circa 700 miglia a est del Madagascar, nell’Oceano Indiano, fin dal Pleistocene. Esisteva, quindi, fin da quell’epoca geologica che rappresenta la prima parte dell’era quaternaria o neozoica. Questo uccello della famiglia dei Columbidae, ossia la stessa famiglia dei piccioni, incapace di volare, viveva a terra cibandosi di frutta e bacche. L’assenza di predatori sull’isola consentiva, quindi, ai dodo di vivere tranquilli e di nidificare sulla terra.

La vita dei dodo, quindi, trascorreva serene. L’origine del nome, tra l’altro, non è stata del tutto ricostruita dai filologi moderni. Il nome dodo, infatti, potrebbe derivare dalla parola olandese dodoor che significa pigro o, forse, anche dalla parola doudo che significa pazzo.

Origine del nome olandese, dunque, proprio perché nel XVII secolo, una volta che marinai olandesi e portoghesi avevano scoperto l’isola, proprio nel 1598 coloni olandesi sbarcarono sull’isola con l’intento di stabilirsi in questa nuova terra per colonizzarla. Fu l’inizio della fine per il dodo. I coloni, infatti, avevano portato con se animali quali: maiali, cani, gatti e anche ratti.

Immagine riproducente un dodo

Furono proprio queste le cause dell’estinzione del dodo. L’uccello, incapace di volare, nidificava sul suolo e le sue uova divennero presto preda dell’uomo e degli animali che aveva portato con se. Il consumo indiscriminato e selvaggio di queste uova portò all’estinzione del dodo che non riuscì, in pratica, più a riprodursi. Bastarono 70 anni a far estinguere un animale che aveva sopravvissuto per secoli. L’ultimo avvistamento di questo “antenato” dei piccioni risale al 1662.

Il processo di de-estinzione della Colossal Laboratories & Biosciences

Dopo più di 300 anni la Colossal Laboratories & Biosciences tenterà di riportare in vita questo animale. L’azienda americana, infatti, è stata capace di sequenziare il DNA di questo uccello grazie ad un cranio intero dell’animale esposto nel museo di storia naturale di Copenhagen in Danimarca.

Estraendo il DNA di dodo sono riusciti a sequenziarlo. Confrontandolo, poi, con vari DNA, di uccelli appartenenti alla stessa famiglia, hanno riscontrato che il piccione delle Nicobare è quello con il codice genetico più simile all’uccello estinto. Gli scienziati della Colossal Laboratories & Biosciences grazie alla tecnica genetica CRISPR cas-9 saranno in grado di modificare sia gli spermatozoi che le cellule dell’uovo del piccione delle Nicobare. Il risultato sarà quello di ottenere spermatozoi di piccione con il DNA del dodo ed allo stesso tempo uova di piccione con DNA di dodo.

Mediante la fecondazione artificiale, poi, dovrebbero essere in grado di ottenere un vero e proprio embrione di dodo che, a quel punto, dovrà solo essere cresciuto. Per fare questo gli scienziati impianteranno l’embrione di dodo all’interno di una gallina. Alla fine del processo dalle uova che schiuderanno, dalla gallina predestinata usciranno, o almeno dovrebbero uscire, dei piccoli dodo.

Un processo che sembra la sceneggiatura di un film per quanto assurdo. Rispondente, però, a dei veri principi scientifici di ingegneria e di genetica. Il dodo potrebbe, quindi, tornare a popolare questa terra e la sua de-estinzione potrebbe far fare passi da gigante alla genetica moderna. Riuscire a sostituire parti di DNA, infatti, potrebbe e dovrebbe essere l’apri pista per la soluzione di alcune malattie genetiche. Da qui si spiega l’investimento di 150 milioni di dollari.

 

 

 

 

 

 

Published by
Rocco Grimaldi