Il tema della armi nucleari tattiche è purtroppo sempre più all’ordine del giorno, in particolare dopo le minacce del presidente russo Vladimir Putin di usarle in Bielorussia come conseguenza di quanto sta al contrario accadendo in Ucraina.
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Molti si chiedono quanto sia veritiero il messaggio lanciato da Putin, e di conseguenza quali siano le probabilità concrete dell’uso di queste armi terribili, o se al contrario si tratti solo di un bluff. Domanda che si pongono tanto gli analisti geopolitici e gli esperti di diplomazia quanto i cittadini comuni, timorosi di un escalation militare che possa coinvolgere il Continente ad ampio raggio, fino ad arrivare alla popolazione civile.
L’annuncio di Putin sulle armi nucleari tattiche
Nei giorni scorsi Putin ha infatti annunciato il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia, un duro monito dietro cui ci sono ragioni militari ma anche e soprattutto motivazioni politiche, legate alla comunicazione e alla strategia di Mosca nei confronti dell’Occidente intero. Putin ha spiegato che si tratterebbe, a suo modo di vedere, della risposta diretta forniture di armi all’uranio impoverito che il Regno Unito ha promesso all’Ucraina di Zelensky.
Quando si parla di armi nucleari tattiche, sappiamo che queste si differenziano dalle strategiche in quanto le seconde possono avere potenza sufficiente per distruggere una città. Mentre nel primo caso, le armi tattiche, si parla di bombe che fanno danni soltanto in aree limitare e che possono essere lanciate da aerei o artiglieria. Per ottenere un risultato militare significativo attraverso le armi nucleari tattiche ci sarebbe bisogno di lanciarne almeno una decina.
Stando a quanto affermato da Putin, inoltre, Mosca ha intenzione di costruire altri carri armati così da arrivare a triplicare il numero di quelli in dotazione a Kiev. Un vero e proprio incubo, quello delle armi nucleari tattiche, che la Russia paventa da tempo, ormai da anni. Già nel 2022 si sono registrati i primi messaggi di Putin in questa direzione, in particolare dopo l’annessione alla Federazione russa di quattro Regioni ucraine.
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Le armi atomiche come linea rossa invalicabile
Allora, nonostante le ipotesi considerate particolarmente verosimili, le armi nucleari non vennero utilizzate. Di fatto, però, non è possibile conoscere in maniera scientifica quali potrebbero essere le mosse dello “Zar” Putin, di conseguenza non è nemmeno possibile conoscere le probabilità che questo evento si verifichi. Si possono al contrario realizzare delle stime in base agli interessi in campo, al modus operandi del presidente Putin e di molte altre variabili in gioco, di natura psicologica, comportamentale, di contesto.
Il fattore umano, e la strategia degli individui che comandano le nazioni in campo in questa che sta diventando sempre più una guerra di logoramento, sono infatti fondamentali. Di certo, però, mettere in campo le armi atomiche significa decretare, storicamente, la fine di lunghi decenni di deterrenza, vale a dire il tempo in cui la minaccia nucleare restava solamente tale, e veniva utilizzata come strumento per allontanare l’ipotesi di eventuali aggressioni.
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E oggi, per Usa e Russia, l’utilizzo di armi atomiche rappresenta una linea rossa invalicabile. Ma il conflitto è già dispiegato, e il campo da gioco oggi, purtroppo, sembra essere evoluto in una delle direzioni peggiori possibili.