Una città o un campo di battaglia? Questa è stata Napoli, per i tifosi dell’Eintracht Francoforte arrivati in città in occasione della partita di Champions League.
La devastazione del centro storico della città quando, all’inizio, a loro era stato impedito di arrivare a Napoli, perché indicata come “tifoseria violenta”. Ma poi, il ricorso alle autorità competenti ed il divieto imposto dal Ministero dell’Interno italiano è decaduto.
Scene di guerriglia che non si sono fermate solo prima della partita. Un rimpallo di accuse, ma la domanda è una sola: perché sfregiare una città per una partita di calcio?
Una città devastata dalla furia di 400 pazzi arrivati in Italia senza nemmeno avere il biglietto per assistere alla partita. L’incontro di Champions League di ritorno degli ottavi di finale fra il Napoli e l’Eintracht Francoforte, era stato indicato come una partita a rischio, proprio a causa della tifoseria tedesca, indicata come una delle più violente.
Il Ministero dell’Interno italiano aveva, anche, impedito l’arrivo degli stessi tifosi e la squadra tedesca aveva ricevuto poco più di 2000 biglietti per il settore ospiti, proprio per evitare scontri fra le tifoserie, come si era visto già nella gara di andata, proprio in Germania. Ma, a quanto pare, l’allarme non è stato ascoltato, anzi.
Forse è stato ascoltato solo in parte, poiché il ricorso fatto dalla squadra tedesca e la marcia indietro del Ministero italiano, non ha impedito ai 400 ultras di arrivare lunedì sera alla stazione di Salerno, per poi trasferirsi a Napoli. Fra essi, anche un gruppo di tifosi dell’Atalanta.
E ieri pomeriggio, a poche ore dalla partita, la guerriglia è scoppiata. Negozi danneggiati, autobus cittadini nuovi con i vetri andati in frantumi e, in ultimo, ma non da meno, anche una volante della Polizia data alle fiamme. Una guerriglia urbana che ha visto le Forze dell’ordine dover controllare, per una giornata intera questi tifosi venuti così, solo per devastare.
Dal canto suo, la Lega calcio vuole che a pagare i danni dei propri tifosi arrivati a Napoli sia la Germania. Sempre ieri, il sindaco Manfredi ha convocato in Comune d’urgenza l’ambasciatore tedesco in città, “per condannare insieme gli atti di violenza e ribadire il forte legame tra Napoli e la Germania” – ha dichiarato. Ma neanche questo è bastato.
Parole contro lo scempio portato a Napoli anche dal quotidiano tedesco “Bild” che accusa apertamente i tifosi dell’Eintracht “di aver vandalizzato la città assieme agli hooligan dell’Atalanta“, bollando il tutto come una vergogna.
Sono stati in 600 circa ad arrivare dalla Germania con il solo gusto e scopo di creare danno, ma non di supportare la loro squadra o di assistere alla partita (anche perché non potevano, erano sprovvisti di biglietto). La polemica, però, non si placa, in particolare contro il Ministero dell’interno e la sua gestione sicurezza.
Davanti alla chiesa del Gesù nuovo e della basilica di Santa Chiara, è divampata la violenza. Paura fra cittadini e turisti che lì passeggiavano e che hanno cercato riparo come potevano. Momenti di puro terrore. La polizia ha respinto l’assalto, lanciando lacrimogeni e tenendo bloccati i tedeschi. Apparentemente un ritorno alla calma.
Ma il secondo round è iniziato con il lancio di bottiglie ed oggetti contro i vetri dei bus che di lì transitavano. Ora sono tutte le forze politiche di opposizione ad invitare il Ministro Piantedosi a riferire su cosa non abbia funzionato nella “gestione sicurezza” a Napoli.