Sul fiume Po colpito da siccità, situazione questa che si verifica da almeno due anni e che, oramai, sta diventando insostenibile, arriva l’ennesimo allarme. Stavolta a far sentire la propria voce e cercare di riportare tutti alla realtà dei fatti, sono i geologi. Al Po servirebbe più di un mese e mezzo di piogge continue ed intense per riportare alla normalità tutto il complesso sistema idrico ed assicurarne i suoi utilizzi.
La preoccupazione dei geologi, però, è che seppure dovesse verificarsi una situazione del genere questa sarebbe solo una toppa, servirebbe solo magari a superare l’estate. Per queste ragioni gli esperti pongono l’accento sulla necessità di ragionare su interventi strutturati, programmati che garantiscano per il futuro.
45 giorni di pioggia interrotta non risolverebbero i problemi del fiume Po
La situazione del Po resta, infatti, critica ed oggi non è più imputabile ad un evento straordinario o a una siccità temporanea. Da qualche anno a questa parte, in particolar modo l’anno scorso, il fiume Po è vittima di quegli eventi che si racchiudono con il termine mutamenti climatici. Il clima sta cambiando e questo provoca vari effetti con i quali dovremmo iniziare a fare i conti. Le temperature sopra la media e la scarsità di fenomeni piovosi e nevosi, stanno mettendo a dura prova il Po e con esso tutto il complesso sistema idrico.
I tanto invocati 45 giorni di pioggia continua per ristabilire la normalità servirebbero solo a mettere una toppa nella falla a rinviare un problema che, per i geologi, non è più rinviabile. Pianificazione ed interventi strutturati sembrano oramai essere la parola d’ordine. Per Roberto Perotti, Presidente Ordine Geologi Lombardia, gli interventi strutturati da mettere in atto non sono più procrastinabili. Bisogna intervenire subito e, questo, secondo il Presidente significa una verifica immediata per quanto riguarda le perdite del sistema idrico con conseguenti interventi. Soprattutto secondo il geologo occorre approfondire gli studi e prevedere nuovi impianti di captazione.
Affrontare e risolvere con studi e programmazioni è l’unica via per i geologi
Che il clima sia cambiato lo si evince dal fatto che, per anni, la Pianura Padana ha dovuto fare i conti con abbondanti precipitazione verso le quali si è dovuto, nel corso del tempo, correre ai ripari cercando di arginare le esondazioni con interventi mirati. Oggi la situazione è completamente l’inverso. La lotta alla siccità è il tema attuale. Secondo i geologi la situazione, infatti, non potrà fare altro che peggiorare.
Per il presidente dei geologi lombardi, infatti, si tratta di approfondire e studiare al meglio la complessa geodiversità del territorio che comporta come conseguenza sistemi acquiferi molto diversi tra loro. La regione, in pratica, è caratterizzata da ambiti montani, collinari e di pianura. Questo comporta diversi sistemi di captazione idrica: le sorgenti in montagna, delle quali, però, al momento non si conosce la reale portata, oppure il sistema dei pozzi per quanto riguarda la pianura. Studiare, verificare e prevedere interventi anche strutturali sui vari sistemi idrici resta l’unica via per i geologi per affrontare seriamente e risolvere nel tempo una situazione che si fa sempre più critica.