Lavoro e curriculum oggi, più che mai, sembrerebbe esserci una inversione di tendenza per cui parlare dei propri fallimenti o di percorsi non lineari verrebbe, in qualche modo, valutato positivamente.
E’ di questi giorni, infatti, una intervista rilasciata da Silvia Natale, 14 anni di attività come head hunter e oggi, anche, consulente di carriera di Cv Start. L’importanza di parlare anche dei propri insuccessi, però, sembrerebbe trovare più voci concordanti.
Anche nel lavoro, in fondo, errare è umano
Ogni carriera ha in sè alti e bassi e da ogni fallimento, da ogni difficoltà, si prende consapevolezza dei propri mezzi e, soprattutto, sbagliando si impara. Alla fine non sarà importante cosa abbia procurato quel fallimento. Ciò che il nostro interlocutore potrà apprendere, dal racconto della nostra esperienza, sarà proprio la nostra motivazione. Ciò che ci ha permesso di reagire. Il nostro approccio, affinché la situazione che ci ha portato al fallimento non si ripresenti, nel senso che venga affrontata e superata in qualche modo, magari con nuove competenze apprese.
Naturalmente, per la head hunter, il curriculum non è di certo il luogo deputato a poter raccontare le proprie esperienze di vita. Una lettera di presentazione, piuttosto, si presta al racconto di una esperienza, anche di fallimento, che è risultata essere un momento di crescita personale. Anche il colloquio potrebbe essere il momento per far emergere la nostra determinazione ed il nostro spirito di reazione dinanzi ad una situazione sfavorevole.
Tra l’altro percorsi non lineari per tante persone ai nostri tempi sono, purtroppo, all’ordine del giorno. La stessa Silvia Natale, infatti, dichiara di trovarsi sempre più spesso dinanzi a candidati che sono stati costretti a passare da un contratto determinato all’altro. Lavoro e curriculum, quindi, rispecchierebbero in tutto e per tutto la vita reale, con esperienze lavorative spesso anche molto diverse tra di loro o con periodi di inattività forzati.
Questo, però, non impedisce a chi seleziona di scorgere un talento e di presentarlo ad aziende. Proviamo a pensare ad una persona anche in età avanzata che si trova dinanzi al fallimento della sua azienda. Fallimento che, ovviamente, non può essere imputato al lavoratore in questione ma del quale, però, si può scorgere la forza d’animo e la determinazione che lo ha portato a rimboccarsi le maniche ed andare avanti.
Elogio dell’insuccesso una lectio magistralis
Tra l’altro le celebrazioni per il trentennale della morte dell’ex governatore della Banca d’Italia ed ex ministro del tesoro, Guido Carli, si apriranno il 6 marzo proprio con una lectio magistralis intitolata “Elogio dell’insuccesso“. Lo ha reso noto Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli, in una intervista.
La stessa Liuzzo ha anche reso noto che accetterà l’invito di valutare anche errori o devianze di traiettoria. Elementi, questi, chiave per capire i percorsi e le potenzialità di ognuno. In passato, lo scorso anno, anche l’imprenditore Alessandro Benetton dichiarò di trovare interessante che nei curriculum gli venissero raccontati anche i fallimenti e di come sono stati affrontati.
Insomma la vita non è rose e fiori e si sta prendendo consapevolezza di ciò ed anche nel lavoro e curriculum non bisogna aver paura di affrontare la realtà. Quello che risulterebbe interessante, infatti, ad un selezionatore o ad un imprenditore non è tanto il fallimento al quale ci si è trovati dinanzi ma, piuttosto, alla capacità di reazione della persona. Le motivazioni e le azioni che lo hanno portato a superarlo e a guardare avanti.