Un’altra vicenda nera di risparmiatori abbandonati dagli istituti di credito, l’ennesima purtroppo. Centinaia di risparmiatori della Banca Nazionale Sammarinese (Bns), Banca Cis fino al 2019, non potranno avere accesso ai propri risparmi.
Un vero e proprio scandalo che grida vendetta e solleva l’indignazione della popolazione locale, sull’attenti dal 2019, quando l’allora Banca Cis, che prima ancora era denominata Credito Industriale Sammarinese, è finita in amministrazione straordinaria. Con la politica che però resta a guardare, davanti a onesti cittadini che si sono visti da un momento all’altro sottrarre i propri risparmi, magari guadagnati nell’arco di una vita.
Oggi la procedura di risoluzione avviata, spiega la stessa Bns in una nota, permetterà ai depositanti di preservare il valore del loro investimento. Ma solo a coloro che non sono rientranti nelle categorie di soggetti previsti dalla Legge n. 102/2019. Vale a dire: azionisti con oltre il 25% del capitale, residenti in Paesi ad alto rischio, soggetti che hanno subito condanne definitive per reati finanziari, debitori verso lo Stato iscritti a ruolo.
Sulla carta, i depositanti potranno inoltre riacquisire la piena disponibilità delle somme fino a 100 mila euro, mentre invece le passività eccedenti i 100 mila euro saranno convertite in obbligazioni della banca a scadenze variabili, per scaglioni di importo. Di fatto, però, la legge sulle risoluzioni bancarie non ha ancora prodotto alcun frutto vero e proprio.
“Coloro che possedevano conti con importi inferiori a 100 mila euro sono stati rimborsati quasi immediatamente, mentre per gli altri si è aperto quel calvario di conversioni che prosegue ancora oggi”, scrive infatti Milano Finanza. “Ai correntisti con importi superiori ai 100 mila euro è stata sì garantita la restituzione del capitale, ma sotto forma di conversione coatta in obbligazioni emesse da Bns”, aggiunge il quotidiano finanziario.
“Tre sono le classe formatesi: quelli da 100 a 300 mila euro sarebbero dovuti essere rimborsati nel luglio 2022; quelli con importi da 300 mila euro a 1 milione di euro avrebbero visto il rimborso nel 2024; gli importi dal milione di euro in su nel 2026”.
Con l’assestamento di bilancio approvato con legge 94/2022, con il quale si è intervenuti con la conversione di bond Bns in titoli di Stato di San Marino con scadenza decennale e una remunerazione annua dell’1%, è infine arrivato il crac, portando i risparmi ad essere convertiti in titoli di Stato con scadenze ancora più lontane. Addirittura al 2037 e al 2042.
“A giugno, per le obbligazioni aventi scadenza a luglio del 2022, si è intervenuti con la conversione in titoli di Stato aventi scadenza a 10 anni. Per le obbligazioni aventi scadenza al 2024, se ne riparla nel 2037 e per quelle aventi scadenza nel 2026 se ne riparla nel 2042″, scrive Milano Finanza.
Furiosa la reazione dei correntisti, rappresentati dal responsabile del Comitato dei correntisti Sammarinesi Thomas Biagi, che tuona: “15 e 20 anni per poter rivedere i risparmi su cui le persone contavano per i propri progetti, le proprie necessità, le esigenze della propria famiglia. Persone che non sono criminali, delinquenti, truffatori. Sono semplici risparmiatori che, ingenuamente, confidavano nella stabilità del sistema bancario di San Marino e sulle garanzie fornite loro dallo Stato”.
L’appello è quindi alle forze politiche di maggioranza ed opposizione “affinché la nostra vicenda non passi nuovamente in cavalleria e affinché possa essere finalmente affrontata con la serietà che la nostra situazione richiede, senza quelle facili semplificazioni e mistificazioni della realtà, cui abbiamo troppo spesso assistito nel corso degli ultimi mesi”.