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Terremoto Marche: la faglia c’è e si muove. Lo spiega un geologo

La terra continua a tremare e, ancora una volta, lo fa anche in Italia. Quello che tutti si stanno domandando è: cosa sta succedendo?

C’è chi parla di “faglie che si stanno sovrapponendo”, chi invece di zolle di terra che si scontrano. Ma qual è, in fondo, la realtà? Cerchiamo di capire insieme.

Epicentro terremoto Marche – photo web source

L’ultimo sisma, avvertito anche dalla popolazione, si è avuto ieri nelle Marche. Ma c’è qualcosa di più che tutti dobbiamo conoscere e sapere.

Terremoto Marche, la faglia presente

La Terra trema e, quando lo fa, è perché sta lanciando segnali ben precisi. Ciò che si è scatenato fra Turchia e Siria lo scorso 6 febbraio, l’enorme potenza scatenata dal sisma e le migliaia di morti che lo stesso ha causato, sta facendo riflettere un po’ tutti, in primis gli esperti del settore. Cosa sta succedendo alla nostra madre Terra? Che segnali ci sta inviando?

Si tratta solo di scontri tra faglie o di ben altro? Gli esperti stanno studiando il caso e, per quanto in loro possesso, cercano di darci delle risposte. Un sisma, quale quello di Siria e Turchia, che viene avvertito e registrato dai sismografi di tutto il mondo, non è una cosa da poco e, quanto meno, non è un segnale da sottovalutare.

Anche l’Italia trema e lo fa nelle isole Eolie, in Campania ai Campi Flegrei e Pozzuoli e, non in ultimo, ma solo in ordine temporale, ieri nelle Marche. Emanuele Tondi, geologo dell’Università di Camerino, attraverso un lavoro iniziato nel 2002 e finanziato proprio dalla Regione Marche, ha dato inizio ad una ipotesi circa il movimento delle faglie.

Un’ipotesi di 20 anni fa, ma ancora valida

Fra i Comuni di Pollenza e Treia, entrambi in provincia di Macerata, ci sarebbe una faglia attiva a est dei due comuni. “Non ci possiamo stupire di un terremoti di magnitudo 4 a Treia” – afferma il geologo, poiché, da questo studio su questa faglia, si era ipotizzato che la forza del sisma stesso, nel caso fosse avvenuto, poteva aggirarsi attorno 5.5 gradi, o anche ai 5.7.

La Regione Marche aveva finanziato un progetto di microzonazione sismica e, come risultato del lavoro, ne uscì’ fuori l’ipotesi di questa “faglia attiva immediatamente a est della dorsale Treia – Pollenza” – spiega il geologo Tondi. Da lì, anche, la possibile misurazione della forza del sisma.

Il professor Emanuele Tondi dell’Università di Camerino – photo web source

Il sisma di ieri, avvertito dalla popolazione e che ha avuto come epicentro proprio i comuni di Treia e Pollenza, non è altro che una conferma dello studio al quale il docente, nonché responsabile della sede dell’INGV presente dell’ateneo. Solo che la potenza del sisma stesso si è fermata a 3.6, e non è andata oltre, come invece gli studi sospettavano avvenisse.

Dove si trova questa faglia

E’ chiaro che si tratta solo di un’ipotesi fatta più di 20 anni fa e che, con le conoscenze e le tecnologie attuali, sarebbe necessario uno studio di approfondimento per verificare la recente attività di questa faglia e anche la magnitudo massima associata” – spiega, in un’intervista, Tondi.

La previsione, possibile, di uno sciame sismico nelle Marche per diversi giorni? Assolutamente si: “Ci saranno dei terremoti più piccoli, degli aftershock (scosse di assestamento) […] Speriamo che non si verifichino scosse più forti” – ha concluso il docente.

Published by
Rosalia Gigliano