Il settore automobilistico sta vivendo una rivoluzione con l’introduzione di veicoli elettrici. Questa tecnologia, a basso impatto ambientale, è in grado di ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra e di migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città. Ma come reagiscono gli ambientalisti al boom delle auto elettriche?
Un report della University of California ha infatti messo pesantemente sotto accusa i veicoli elettrici, sostenendo che i componenti necessari per la loro produzione sono prodotti con attività inquinanti. Una discussione sempre più attuale, specialmente a partire dallo stop dell’Unione europea alle auto a benzina e diesel dal 2035, che in questo modo mette nero su bianco una tendenza di cui si parla da anni, se non da decenni, e che per questo sembra inevitabile che prima o poi diventi realtà.
Il mercato dell’auto elettrica tra luci ed ombre
L’adozione di auto elettriche sta guadagnando slancio in tutto il mondo. Alcuni paesi hanno già bandito la vendita di veicoli a benzina e diesel in futuro, come la Norvegia entro il 2025 e il Regno Unito entro il 2030. La Cina sta investendo in modo massiccio nella produzione di veicoli elettrici, mentre il presidente americano Joe Biden ha proposto l’installazione di 500.000 stazioni di ricarica per auto elettriche in tutto il paese entro il 2030. Il recente Inflation Reduction Act varato da Biden contiene inoltre incentivi fiscali molto generosi per i veicoli elettrici, nella speranza di vedere a breve un balzo di vendite anche in America.
In diversi Paesi del mondo le vendite di auto elettriche, con tutte le difficoltà del caso, stanno insomma aumentando e ricoprendo in alcuni casi una parte significativa del totale del mercato automobilistico. Compresa l’Europa, trainata dal mercato tedesco. Come ha scritto sul Corriere della Sera il giornalista Federico Rampini, però, il rischio è che si finisca con il diventare schiavi “delle autocrazie e dei loro monopoli”, come ad esempio quello cinese, da cui dipende in gran parte l’Occidente in questo settore. Oltre a questo, però, c’è anche il tema che non si sono ancora fatti i conti con le resistenze occidentali per procurarsi le materie prime necessarie alla produzione di veicoli elettrici. Un tema, questo, che fa saltare in piedi gli ambientalisti, che cominciano già a fare la guerra all’auto elettrica.
Le resistenze ambientaliste in Occidente sull’auto elettrica
In generale, infatti, gli ambientalisti sono favorevoli all’adozione di veicoli elettrici come strumento per ridurre l’inquinamento. Tuttavia, ci sono anche preoccupazioni riguardo l’impatto ambientale dell’estrazione e della produzione delle batterie utilizzate in questi veicoli. Le batterie delle auto elettriche richiedono la produzione di una grande quantità di minerali rari, che vengono estratti in modo spesso insostenibile, danneggiando l’ambiente e i diritti delle comunità locali. Inoltre, le batterie rappresentano un rifiuto speciale che deve essere gestito in modo adeguato per evitare di causare danni ambientali.
Per questo motivo, gli ambientalisti esortano i produttori di auto elettriche a ridurre l’impatto ambientale delle batterie attraverso l’adozione di tecnologie più sostenibili e la promozione del riciclo delle batterie esistenti. Inoltre, gli ambientalisti vedono l’adozione di auto elettriche come parte di una strategia più ampia per ridurre l’inquinamento e l’impatto ambientale del settore dei trasporti. Ciò include la promozione dell’uso di biciclette, pedoni e trasporti pubblici e la creazione di infrastrutture per la ricarica delle auto elettriche, insieme ad un maggiore sviluppo di fonti di energia rinnovabile come l’energia solare e eolica.
L’auto elettrica non è a zero-emissioni
In particolare è dalla California, culla dell’ambientalismo moderno a partire dagli anni Settanta, che arriva il messaggio più duro ed estremista contro i veicoli elettrici, tanto da incarnare una sorta di “religione dell’anti-sviluppo”, scrive Rampini, spiegando come a loro avviso “l’auto elettrica non è affatto a zero-emissioni, molti suoi componenti per essere prodotti richiedono attività inquinanti, a cominciare appunto dai metalli e terre rare, per finire con la costruzione della rete distributiva (i caricatori)”.
In sostanza, la visione degli ambientalisti sul tema è senza dubbio a luci ed ombre. Questi infatti sostengono l’adozione di auto elettriche come parte di una strategia più ampia per ridurre l’inquinamento e l’impatto ambientale del settore dei trasporti. Ma aggiungono anche che è importante affrontare l’impatto ambientale delle batterie delle auto elettriche, l’immoralità delle attività inquinanti e dello sfruttamento ambientale richiesto per procurarsi le materie prima. Per cui, la strada indicata dal mondo green riguarda la promozione di altre forme di trasporto sostenibile e lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile sono fondamentali per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti su scala globale.