Turchia e Siria, cos’è il terribile “Big One” che potrebbe verificarsi

L’allarme è effettivamente inquietante, ma assolutamente non certo né prevedibile. Gli esperti parlano di una sorta di bomba a orologeria che potrebbe esplodere da un momento all’altro sotto i piedi degli abitanti di Turchia e Siria, dopo il dramma di dimensioni immani che ha lacerato i due Paesi e le vite di centinaia di migliaia dei loro abitanti. 

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Il rischio di un grande terremoto, noto come “Big One”, starebbe aleggiando sopra i cieli di Turchia e Siria, stando a quanto affermano in queste ore gli esperti, a pochi giorni dal devastante sisma di magnitudo 7.8 avvenuto nella notta tra il 5 e il 6 febbraio e che è arrivato addirittura a spostare la penisola anatolica di alcuni metri.

Il rischio che allarma Turchia e Siria

Questi due Paesi infatti, come ribadito in questi giorni, sono particolarmente vulnerabili a questo tipo di eventi sismici a causa della loro posizione geologica a causa della loro posizione geografica situata tra la placca africana e quella araba. Così ci si è cominciati a chiedere cosa è accaduto in quella drammatica notte, ma soprattutto cos’altro potrebbe ora accadere.

La Turchia è situata in una zona di convergenza di tre grandi placche tettoniche: la placca africana, la placca anatolica e la placca eurasiatica. Questa posizione la rende suscettibile a terremoti di grandi dimensioni, che possono essere causati dallo scontro delle placche. Nel 1999, ad esempio, un terremoto di magnitudo 7,4 ha colpito la città di Izmit causando oltre 17.000 morti. Anche la Siria è situata in una zona sismica attiva, che si estende dal Mar Mediterraneo all’Iran. La regione è stata colpita da numerosi terremoti di grandi dimensioni negli ultimi secoli.

La vulnerabilità aumentata al rischio sismico

In entrambi i paesi, la vulnerabilità al rischio sismico è ulteriormente aumentata dalla mancanza di infrastrutture adeguate per resistere ai terremoti. Molti edifici e strutture in Turchia e Siria sono costruiti con materiali e tecniche che non sono in grado di resistere a forti scuotimenti sismici. Inoltre, molte città sono sovraffollate e la mancanza di pianificazione urbana adeguata rende difficile per le autorità affrontare efficacemente le conseguenze di un terremoto di grandi dimensioni.

Tutti elementi che stanno così facendo circolare un triste presagio di sventura, tanto da essere rinominato con un nome da fare impallidire i peggiori sceneggiati hollywoodiani, il “Big One”. Con questo termine si intende un terremoto di massima potenza, che potrebbe riproporre quello verificatori nel 1906 a San Francisco, come ha spiegato il sismologo dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia (Ingv) Andrea Tertuliani. Evento che tuttavia provocò un numero di vittime, a confronto, molto limitato, pari cioè a 3mila.

Come prevenire i danni e le perdite di vite umane

Per prevenire i danni e le perdite di vite umane in caso di terremoto, è quindi importante che Turchia e Siria prendano misure significative e tempestive. Queste includono la costruzione di edifici e infrastrutture in grado di resistere ai terremoti, la pianificazione urbana adeguata e la formazione di squadre di emergenza per affrontare rapidamente le conseguenze di un evento sismico.

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In conclusione, il rischio di un “Big One” sismico in Turchia e Siria sarebbe ipoteticamente reale, e per questo dovrebbe essere preso in considerazione seriamente, ma non è né matematico né tantomeno prevedibile sotto la quasi totalità degli aspetti più dettagliati. Solo attraverso la prevenzione e la preparazione adeguata sarà possibile garantire che queste due nazioni, e non solo, possano farsi pronte a fronteggiare a un evento sismico di grandi dimensioni.

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