Mengoni vince, Sanremo perde. Qualcosa ieri è andato storto

Ecco ciò che accade quando l’ago della bilancia pende troppo da una sola parte. Ridicolizzato il tema dei diritti LGBTQ+, banalizzato il tema della guerra. E poi: è possibile allestire uno spettacolo musicale con cantanti che non sanno cantare e impianti audio che non funzionano?

Sanremo 2023 vince Marco Mengoni
Sanremo 2023 vince Marco Mengoni

La lunga Maratona Sanremese è terminata. Che Marco Mengoni con la sua “Due Vite” avrebbe vinto era scontato. Troppo pompato dai media, ancora tanto amato dal “pubblico sovrano”. Meno scontata invece la cinquina finale: nessuna donna e nessuna vecchia gloria nella TOP 5.

Alla fine è andata così

primo Marco Mengoni, secondo Lazza, terzo Mr. Rain, quarto Ultimo e quinto Tananai

Premio Lucio Dalla e Premio Mia Martini (sono entrambi premi assegnati dalla sala stampa) a Colapesce Dimartino, Premio Sergio Bardotti per il miglior testo assegnato ai Coma Cose e Premio Giancarlo Bigazzi per la migliore composizione musicale (è assegnato dall’Orchestra di Sanremo) a Marco Mengoni. E questo è tutto ciò che c’è da sapere sulla gara musicale. Purtroppo però ieri a vincere non è stata la musica ma la polemica.

Marco Mengoni dedica il premio alle donne in gara
Marco Mengoni dedica il premio alle donne in gara – photo by Getty Images

Tema LGBTQ+

Sia ben chiaro: ognuno ha il sacrosanto diritto di vivere come vuole, nei limiti della legalità ovviamente. Quello del “da due passiamo a tre, più siamo e meglio é” è un tema trito e ritrito, lo si porta nelle canzoni dai tempi de “Il triangolo” di Renato Zero e di “Pensiero Stupendo” di Patty Pravo. Davvero nulla di nuovo e, lo ribadiamo, nulla di così scandaloso o trasgressivo.

Lo sottolineiamo per l’ennesima volta: ognuno ha il diritto di vivere la propria sessualità nelle modalità che più gli aggradano. Ma il bacio tra Rosa Chemical e Fedez nulla ha a che fare con tutto questo. Qui non si tratta di difendere i diritti della comunità LGBTQ+ si tratta di aver offerto uno spettacolo indecente, volgare, ai limiti del violento e per niente provocatorio. Uno spettacolo che ognuno di noi ha pagato con i soldi versati per il Canone RAI. Cosa sarebbe successo se un giovanotto di quelli in gara avesse “assalito” Chiara Ferragni? La reazione sarebbe stata egualmente indifferente?

Cantanti che non cantano, microfoni che non funzionano

Ventotto canzoni in gara, trentacinque cantanti ma di belle voci ce ne sono state poche. Persino Giorgia non ha dato il meglio di se. Per il resto, soprattutto tra i giovani, c’è stato il trionfo delle stonature e dell’auto-tune, panacea di tutti i mali. Vero è che, mai come quest’anno, l’impianto audio è stato abbastanza deludente.

Fa sorridere però che per poter sentire delle belle voci abbiamo dovuto aspettare l’esibizione di Albano, Ranieri e Morandi che della maggior parte dei concorrenti in gara quest’anno potrebbero essere nonni.

Morandi Ranieri Albano
Morandi Ranieri Albano sul palco dell’Ariston – photo web source

Il messaggio di Zelens’kyj

Tatticamente piazzato prima della proclamazione del vincitore del Festival ve lo proponiamo integralmente: Cari partecipanti, organizzatori e ospiti del festival! Per più di sette decenni, il festival di Sanremo si sente in tutto il mondo. Si sente la sua voce, la sua bellezza, la sua magia, la sua vittoria. Ogni anno sulle rive del Mar Ligure vince la canzone. Vincono la cultura e l’arte. La Musica vince! E questa è una delle migliori creazioni della civiltà umana. Sfortunatamente, per tutto il tempo della sua esistenza, l’umanità crea non solo cose belle. E purtroppo oggi nel mio paese si sentono spari ed esplosioni. Ma l’Ucraina sicuramente vincerà questa guerra. Vincerà insieme al mondo libero. Vincerà grazie alla voce della libertà, della democrazia e, certamente, della cultura”.

Ringrazio il popolo italiano e i suoi leader che insieme all’Ucraina avvicinate questa vittoria. Auguro successo a tutti i finalisti e dal profondo del mio cuore voglio invitare i vincitori di quest’anno a Kyiv, in Ucraina, nel Giorno della Vittoria. Nel Giorno della nostra Vittoria! Questa Vittoria oggi viene creata e ottenuta in condizioni estremamente difficili. Grazie ai nostri difensori! Grazie a loro coraggio, indomabilita’, invincibilita’. Centinaia di canzoni sono gia’ state scritte su questo, e ne ascolterete una oggi. E sono sicuro che un giorno ascolteremo tutti insieme la nostra canzone di vittoria!

Cordiali saluti,

Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelen’skyj

Subito dopo si sono esibiti gli Antytila con la loro Fortezza Bachmut.
Tutto bene, tutto bello. Ma da un Festival ecumenico ci si sarebbe aspettati di ascoltare anche la controparte russa. O magari non sentire né l’una né l’altra voce. Non è detto che la stretta attualità debba salire per forza sul palco dell’Ariston.

Giorgia - Anna Oxa - Madame - Paola e Chiara - Elodie
Giorgia – Anna Oxa – Madame – Paola e Chiara – Elodie

Donne fuori dalla finale

E quando tutto sembrava (finalmente) finito, quando Gianni Morandi era già pronto col suo scopettone per pulire il palco ecco arrivare il colpo di coda di questo Festival. Marco Mengoni dedica la vittoria alle cantanti che hanno gareggiato, nessuna delle quali è riuscita ad arrivare nella TOP 5. Nelle intenzioni del vincitore questo doveva essere un gesto galante e, probabilmente, lo è veramente.

Ma dalla dedica di Mengoni può partire una considerazione: durante la settimana sanremese di donne si è parlato molto. Amadeus stesso ha portato all’Ariston 4 donne molto diverse che hanno portato sfaccettature diverse dell’essere donna. Eppure nessuna donna è arrivata tra i primi cinque. Quando si è trattato di scegliere i migliori il pubblico ha premiato cinque uomini. Bene, ma non benissimo.

Amadeus
Amadeus – photo by ANSA/ETTORE FERRARI

Verso Sanremo 2024

Dati gli ascolti stellari di questo festival è probabile che Amadeus farà manita e si ritroverà alla guida di Sanremo anche l’anno prossimo. Quella di Fiorello: “domani saltano i Dirigenti della RAI” resterà una battuta. Certamente però si dovrà cambiare rotta, darsi una regolata. Perché, si, trattare qualunque tipo di argomento nel pozzo senza fondo che è il Festival di Sanremo ti aiuta a piazzare davanti alla TV praticamente tutti gli italiani, ma c’è una bella differenza tra essere ecumenici ed essere “una gabbia di matti” come direbbe Gino Paoli.

 

 

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