Embargo carburanti russi: il rischio è una nuova stangata

Continuano le sanzioni da parte dell’Unione Europea nei confronti della Russia a seguito della guerra contro l’Ucraina. Dal 5 febbraio è scattato un embargo sui carburanti russi che ha fatto seguito a quello del 5 dicembre scorso.

  1. Carburanti - Pompe di benzina
    Pompe di benzina – photo web source

Il divieto di importare petrolio e suoi raffinati ci espone ad un grande rischio stangata sui prezzi dei carburanti, soprattutto per quanto riguarda il gasolio. Solo in Italia sono sedici milioni le auto alimentate a Diesel. In tutta la comunità europea il gasolio russo copre, anzi copriva, il 50% del fabbisogno totale.

Si parla di autovetture ma anche di camion e navi. Disagi, quindi, che oltre a colpire i privati, finiranno per colpire anche aziende e trasporti facendo temere un nuovo balzo in avanti dell’inflazione. Lo spettro della speculazione del resto è sempre dietro l’angolo.

Le contro misure UE basteranno?

L’Unione Europea, dopotutto, prevedendo l’embargo sui carburanti russi, si era già attivata con delle contro mosse per sostenere questa misura. Gli stoccaggi di gasolio, in particolare, sono stati riempiti con flussi che hanno raggiunto i massimi degli ultimi anni.

La ricerca di nuovi fornitori è stata, poi, la mossa a cui l’UE ha puntato di più. Oggi si fanno rifornimenti di gasolio anche in Medio Oriente ed in altri paesi dell’Asia. La Cina, in particolare, potrebbe attrezzarsi con nuove raffinerie in maniera da essere un fornitore anche per il futuro.

Una raffineria di gas

Il rischio stangata, però, è dietro l’angolo soprattutto per quanto riguarda, in questa fase, le speculazioni che potrebbero, inevitabilmente, essere messe in atto. Con gli stoccaggi colmi, infatti, in questa fase non dovrebbero esserci dei rincari immediati.

Rischi per il futuro a seguito dell’embargo sui carburanti russi

Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, infatti, i rischi di aumenti vertiginosi non sono immediati. Le scorte fatte nei mesi passati avrebbero messo al sicuro questo primo anno assicurando una stabilità dei prezzi.

E’ probabile, però, per Tabarelli, che il prezzo del gasolio segua, inevitabilmente, quello del petrolio. Le rotte commerciali, invece, che riguardano i nuovi fornitori, sarebbero più lunghe e con spese maggiori per il trasporto cose che andrebbero ad incidere sul prezzo finale.

L’autunno prossimo sarà il periodo nel quale inizieremo a risentire di questi spostamenti al rialzo dei prezzi dei carburanti ed, in particolar modo, quello del gasolio. Un rischio ulteriore, oltre al rigonfiamento dei prezzi, potrebbe essere quello che avendo dei paesi fornitori limitati le scorte possano man mano esaurirsi.

Uno dei pericoli, forse, maggiori al quale si aggiungerebbe anche la beffa è quello che la Russia non può vendere petrolio all’Unione Europea ma può venderlo, come sta già facendo, alla Cina divenuta nostra fornitrice. Il rischio ed il danno è che acquisteremo dalla Cina sotto forma di prodotto raffinato, lo stesso petrolio proveniente dalla Russia finendo così per pagarlo due volte.

 

 

 

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